Torna la polemica sull’utilizzo del burqa in Italia. La decisione annunciata dalla Regione Liguria di vietare l’ingresso nelle strutture sanitarie alle donne che indossano il burqa è stata criticata da Movimento 5 Stelle, Pd e Rete a Sinistra.
La Regione Liguria vieterà l’ingresso nelle strutture sanitarie a chi indossa il burqa, come annunciato in Consiglio regionale dalla vicepresidente della giunta e assessore alla Sanità, Sonia Viale, della Lega Nord. Secondo Viale, si tratta di una decisione presa “a difesa della libertà delle donne” e “nel rispetto delle normative di sicurezza vigenti che vanno applicate anche nelle nostre strutture”. E Giovanni Toti ha aggiunto: “Il burqa è il peggior simbolo della sottomissione della donna all’uomo. (…) Chi vive in Italia almeno le minime regole di uguaglianza tra uomo e donna le deve saper cogliere e rispettare. Questo regolamento verrà applicato non solo nelle strutture sanitarie ma in tutti gli uffici pubblici regionali della Liguria”. La misura sul burqa annunciata in Consiglio Regionale sarà oggetto di un’apposita delibera di Giunta.
Per Alice Salvatore, portavoce del Movimento 5 Stelle Liguria, questa si tratta di “una delibera discriminatoria e incostituzionale che, invece di estendere i diritti delle donne, li riduce ulteriormente”. La capogruppo del Pd in Regione Liguria Raffaella Paita ha commentato così la proposta di Sonia Viale: “Tutti hanno diritto a essere curati, indipendentemente dalla religione che professano e da come si vestono. Se si vuole aprire una discussione sul burqa, iniziare dagli ospedali è la cosa più sbagliata che ci sia. Anzi, così si rischia di esasperare gli animi e creare tensioni”.
Il consigliere regionale della Liguria di Rete a Sinistra Gianni Pastorino ha giudicato l’iniziativa “una proposta inaccettabile”. E ha poi aggiunto: “L’idea stessa di negare le cure a qualcuno, a chicchessia, è crudelmente incostituzionale; anche a livello di semplice teoria”.
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