Istituto Tumori di Napoli, corruzione sulle forniture: 7 arresti fra cui un primario e il direttore Asl 1

Ai domiciliari anche un primario del “Pascale”: Francesco Izzo, e sua moglie; ed Elia Abbondante, direttore generale dell’Asl Napoli 1 Centro. Sequestrati beni per 2 milioni di euro

Arresti domiciliari e provvedimenti di sequestro patrimoniale nei confronti di sette persone a Napoli. Sono ritenute responsabili, tra l’altro, del reato di corruzione nell’ambito dei rapporti di fornitura di apparecchiature medicali all’Istituto Nazionale Tumori Fondazione “Pascale” del capoluogo campano. La notizia è riportata sul sito dell’Ansa. L’operazione è scattata martedì 7 marzo, ed è stata eseguita dalla Guardia di Finanza. Fra i destinatari dei provvedimenti, anche il dirigente amministrativo dell’istituto, finito ai domiciliari, Elia Abbondante, che è anche il direttore generale dell’Asl Napoli 1 Centro.

DISPOSITIVI MEDICALI

Abbondante si trova ai domiciliari per ipotesi di reato rilevate nell’ambito del suo ruolo di dirigente amministrativo del “Pascale”. Tra gli altri destinatari dei provvedimenti (arresti domiciliari) figura anche il primario Francesco Izzo. Secondo quanto emerso dalle indagini, Izzo, insieme con la moglie, aveva costituito due società attraverso le quali faceva da intermediario per l’approvvigionamento di dispostivi medicali (macchinari) che il Pascale acquistava per le cure antitumorali.

LE ACCUSE

Per incrementare le vendite, un informatore scientifico, Marco Argenziano – ai domiciliari – avrebbe dato, secondo le accuse, 10 mila euro al primario Francesco Izzo per raddoppiare, nel 2015, le prescrizioni e, quindi gli ordini, di un farmaco antitumorale, lo Nexavar, destinato ai pazienti oncologici. Il primario avrebbe fatto risultare gli apparati come gli unici idonei per quel tipo di cure e creava le condizioni affinché fossero acquistati urgentemente dalle società a lui riconducibili. In questa maniera si evitava il bando di gara e si procedeva con una trattativa privata. Le società, inoltre, gonfiavano il loro fatturato aumentando sensibilmente il prezzo di acquisto dei dispositivi.

MAXI SEQUESTRO DI BENI

Tutto questo, secondo gli investigatori, avveniva con la compiacenza del dirigente amministrativo, anch’egli arrestato. Ai domiciliari sono finiti anche alcuni imprenditori del settore farmaceutico e un informatore scientifico. Complessivamente i finanzieri hanno sequestrato beni per quasi due milioni di euro.

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