Il capo di gabinetto del governo nipponico, Yoshihide Suga, conferma che 4 missili balistici sono stati lanciati dalla Corea del Nord verso il mare del Giappone, tre dei quali sono sprofondati a circa 370 chilometri dalle coste del Paese. Gli Usa condannano i lanci di missili fatti dalla Corea del Nord e affermano l’impegno a difendere gli alleati.
La Corea del Nord ha lanciato 4 missili balistici da un’area vicina a Dongchang-ri, sito dei test dei vettori a lunga gittata, che hanno coperto una traiettoria di circa 1.000 chilometri prima di sprofondare nel Mar del Giappone. Tokyo ha riferito che 3 dei 4 missili sarebbero atterrati a 370 chilometri dalla costa del paese. Al momento non è stato riscontrato alcun danno nella zona colpita. Il premier giapponese Shinzo Abe ha inoltrato una protesta formale. I militari di Seul hanno fatto dichiarato: ”Stiamo facendo le verifiche per determinare il tipo di missile e la traiettoria seguita: ci vorra’ un po’ di tempo per un’analisi finale”.
Questa azione da parte della Corea del Nord ha dato il via al pronto coordinamento tra Usa e Giappone in risposta ai 4 missili testati questa mattina da Pyongyang. Kim Kwan-jin, capo dell’Ufficio sulla sicurezza nazionale della Corea del Sud, ha avuto una conversazione telefonica con l’omologo americano McMaster, al fine di valutare una risposta comune verso l’ultima provocazione della Corea del Nord. L’obiettivo sarebbe di rafforzare la cooperazione con gli alleati per esercitare maggiori pressioni sulla Corea del Nord. Il ministro degli Esteri sudcoreano Yun Byung-se e il suo omologo nipponico Fumio Kishida hanno confermato in un colloquio telefonico ”il lavoro congiunto” per contenere le provocazioni nordcoreane.
Il3 marzo scorso, Pyongyang aveva minacciato una serie di test balistici in risposta alle esercitazioni annuali congiunte di Usa e Corea del Sud, denominate Foal Eagle, che si svilupperanno per due mesi e che si chiuderanno a fine aprile. Il Rodong Sinmun, l’organo ufficiale del Partito dei Lavoratori della Corea del Nord, aveva messo in guardia Seul e Washington: ”’nuove tipologie di armi strategiche si sarebbero levate in volo” se i due Paesi avessero continuato le manovre militari, considerate da Pyongyang come le prove generali di un attacco e di un’invasione ai suoi danni. In risposta la Corea del Nord avrebbe messo a punto i test di missili con crescente gittata, incluso uno capace di raggiungere le coste continentali degli Stati Uniti. Il 12 febbraio, Pyongyang aveva provato un nuovo vettore a medio raggio, provocando per la prima volta l’amministrazione del presidente Donald Trump, insediatosi alla Casa Bianca il 20 gennaio. Gli Usa condannano con forza i lanci di missili fatti nella mattina del 6 marzo dalla Corea del Nord e riaffermano l’impegno a difendere gli alleati facendo ricorso ”all’ampia gamma di capacità a nostra disposizione”, lo ha affermato il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Mark Toner. Toner ha invitato tutti i Paesi ad usare ogni canale possibile per rendere chiaro alla Corea del Nord che ulteriori provocazioni sono da ritenersi inaccettabili, tali da provocare conseguenze.