Un incendio di origine dolosa ha coinvolto un appartamento a Genova, nel quartiere di Begato, abitato da una famiglia di immigrati di origini marocchine. Al momento del rogo nell’abitazione, scoppiato nella notte tra venerdì 3 e sabato 4 marzo, erano presenti mamma e figlia di 3 anni, rimaste intossicate in modo non grave. La bambina è stata trasportata all’ospedale pediatrico Gaslini. Gli investigatori hanno trovato gli inneschi dell’incendio: alcuni stracci imbevuti di benzina, all’esterno dell’appartamento e accanto alla porta. Non si esclude possa trattarsi di un gesto di intolleranza o legato al fatto che l’appartamento dove risiedeva la famiglia era occupato abusivamente.
Stracci e liquido infiammabile rinvenuti all’esterno dell’abitazione. Gli ultimi aggiornamenti delle indagini sull’incendio che ha coinvolto nella notte tra venerdì 3 e sabato 4 marzo un appartamento di via Camillo Sbarbaro nel quartiere di Begato, in Valpolcevera a Genova, rivelano un’inquietante verità: il rogo è stato di origini dolose ed ora gli investigatori non escludono possa essersi trattato di un gesto di intolleranza o legato al fatto che l’abitazione era occupata abusivamente da una famiglia di immigrati di origine marocchina.
Al momento dell’incendio, nell’appartamento erano presenti mamma e figlia di 3 anni, che sono rimaste intossicate in maniera non grave. La bimba è stata trasportata all’ospedale pediatrico Gaslini. A dare l’allarme del rogo sono stati alcuni abitanti dello stabile, dopo che le fiamme si sono estese in pochi attimi alla porta d’ingresso dell’abitazione dei vicini. Ad effettuare i soccorsi sul luogo dell’incendio sono stati i vigili del fuoco di Genova, che sono riusciti a domare le fiamme.
Gli agenti della polizia che indagano sulle origini ed i motivi del rogo hanno rinvenuto nella giornata di sabato 4 marzo gli inneschi dell’incendio: alcuni stracci imbevuti di benzina, trovati all’esterno dell’appartamento e accanto alla porta dell’abitazione abitata dalla famiglia di immigrati di origine marocchina.
Photo Credits: Twitter