Strage in Bosnia: fece uccidere 3 volontari italiani, ergastolo per Paraga

Hanefija Prijic, detto Paraga, comandante paramilitare bosniaco che nel 1993 organizzò l’imboscata e ordinò l’uccisione di 3 volontari italiani pacifisti impegnati nel trasporto di cibo e medicinali. Condannato all’ergastolo.

Hanefija Prijic, detto “Paraga“, è stato condannato all’ergastolo, davanti al gip del Tribunale di Brescia, Carlo Bianchetti. Si tratta del comandante paramilitare bosniaco che ha dato l’ordine di eseguire la strategia di Gornji Vakuf, del 29 maggio 1993, quando vennero uccisi tre volontari bresciani: Sergio Lana, Fabio Moreni e Giorgio Puletti facevano parte di un convoglio umanitario insieme a Agostino Zanotti e Christian Penocchio che riuscirono a scappare nei boschi e ad evitare la morte.

Paraga era stato arrestato in Germania il 28 ottobre 2015, fermato all’aeroporto di Dortmund perchè ricercato dall’Italia per “tentato omicidio, omicidio preterintenzionale e rapina a mano armata“. Hanefija Prjic, 52 anni, nel 1993, in piena guerra dei Balcani,  comandava un battaglione dell’esercito governativo e con i suoi uomini, in un’imboscata sul monte Radovan, presso Gornji Vakuf, saccheggiò il convoglio e ordinò l’uccisione dei tre italiani. Nel camion vi erano 5 volontari che portavano aiuti umanitari alle cittadine di Zavidovici e Vitez e le truppe di Paraga gli sbarrarono la strada. Sergio Lana, Fabio Moreni e Giorgio Puletti vennero catturati e portati sulle montagne e uccisi a sangue freddo. Gli altri due, Agostino Zanotti e Christian Penocchio, diventarono le spine nel fianco del comandante.

Hanefija Prijic, capo del gruppo responsabile della strage, aveva scontato 12 anni di carcere nel suo paese e poi, dopo essere tornato libero, era stato arrestato dalla polizia tedesca in esecuzione di un mandato di cattura europeo spiccato dal gip di Brescia. Dopo l’estradizione in Italia con arrivo a Linate a febbraio è iniziato il processo. Lui si è sempre difeso: “Non sono stato io a ordinare il triplice delitto” ma il gip ha accolto la richiesta avanzata dal pm Silvia Bonardi. Decisive le testimonianze dei superstiti che hanno sempre dichiarato che “fu lui a dare gli ordini” e gli altri non avrebbero fatto altro che eseguire i suoi ordini.

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