Il senatore leader di Ala, che aveva sostenuto attivamente il Governo Renzi, è stato condannato per il crac del Credito Cooperativo Fiorentino e la truffa ai danni dello Stato per i finanziamenti pubblici al Giornale della Toscana e a Metropoli
Nove anni di reclusione. È la condanna inflitta in primo grado al senatore di Ala Denis Verdini al processo di Firenze per il crac del Credito Cooperativo Fiorentino e la truffa ai danni dello Stato per i finanziamenti pubblici al Giornale della Toscana e a Metropoli. Lo scrive Valentina Marotta sul CorriereFiorentino.it. Il collegio giudicante, presieduto da Mario Profeta, ha accolto le richieste del procuratore aggiunto Luca Turco e del sostituto Giuseppina Mione dopo sette giorni di camera di consiglio. Denis Verdini era imputato nel processo assieme ad altre 33 persone, 10 delle quali hanno patteggiato.
I giudici, che non hanno riconosciuto l’associazione a delinquere assolvendo tutti per questo reato, hanno inflitto 5 anni e 6 mesi ciascuno agli imprenditori Riccardo Fusi e Roberto Bartolomei. Condannato anche il deputato di Ala Massimo Parisi. Il Tribunale ha disposto l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per Verdini, Fusi e Bartolomei. Secondo l’accusa Verdini, per 20 anni alla guida della banca, avrebbe concesso senza garanzie prestiti e finanziamenti, anche sulla base di contratti di compravendita di immobili ritenuti fittizi. I pubblici ministeri avevano chiesto una pena di 11 anni di carcere.”In questa vicenda — hanno detto i pm durante la requisitoria secondo il racconto di Valentina Marotta — c’è un rapporto malato con il sistema bancario”. Da una parte il presidente, amico di affari di imprenditori, che si muove senza rispetto delle regole, dall’altro imprenditori con un disperato bisogno di denaro.
Durante la requisitoria, i pm, secondo il racconto di Marco Gasperetti su Corriere.it, hanno parlato, in riferimento a Denis Verdini, “di una cooperativa fittizia per far ottenere i contributi al quotidiano toscano” e di un sistema di clientela per favorire, grazie alla banca, gli amici più stretti. Tra questi gli imprenditori Riccardo Fusi e Roberto Bartolomei, già ai vertici della Btp costruzioni. Contro di loro i pm avevano chiesto 9 anni di carcere. La difesa si è battuta per l’innocenza degli imputati, denunciando un processo mediatico. “Non raccontiamo favole: forse bastava il cognome Verdini per attestare una cosa negativa”, ha detto nella sua arringa l’avvocato Ester Molinaro, uno dei difensori di Verdini.
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