Marie Collins, irlandese, vittima di abusi di un sacerdote, e membro della Commissione voluta da Papa Francesco contro la pedofilia nella Chiesa, si è dimessa in polemica con la Congregazione della Dottrina della Fede, accusata di non collaborare
Dimissioni improvvise. Come clamoroso atto d’accusa contro la Curia romana in Vaticano. Per una “vergognosa mancanza di collaborazione da parte del dicastero coinvolto più da vicino nell’affrontare i casi di abuso” sessuale dei sacerdoti, con l’apposita Commissione voluta dal Papa. È l’accusa gravissima di Marie Collins, irlandese e vittima di abusi compiuti da un prete, che chiama in causa la Congregazione della Dottrina della Fede, ossia uno dei dicasteri vaticani più importanti in assoluto. Lo riporta il sito web di Rai News.
L’ATTO D’ACCUSA DI MARIE COLLINS
Collins si è dimessa mercoledì 1 marzo dalla Pontificia Commissione per la protezione dell’infanzia. Papa Francesco ha accettato le dimissioni esprimendo apprezzamento per il lavoro della Collins. La donna ha accettato di continuare a collaborare dall’esterno con la Commissione. Marie Collins è il secondo membro della Commissione Pontificia per la protezione dei minori, presieduta dal cardinale Sean O’Malley, a dimettersi per ragioni analoghe. Su Twitter la Collins attacca in modo esplicito la Congregazione della Dottrina della Fede.
I COMPITI DELLA COMMISSIONE
La Pontificia Commissione per la protezione dei minori è stata istituita da Papa Francesco nel marzo del 2014. Il chirografo di Papa Francesco, cioè il documento autografo istitutivo dell’organismo, afferma: “Il suo compito specifico è quello di proporre a me le iniziative più opportune per la protezione dei minori e degli adulti vulnerabili, in modo che noi possiamo fare tutto il possibile per assicurare che crimini come quelli che si sono verificati non possano più ripetersi nella Chiesa”. La Commissione dunque deve “promuovere la responsabilità locale delle Chiese particolari, unendo i loro sforzi a quelli della Congregazione per la Dottrina della Fede, per la protezione di tutti i bambini e gli adulti vulnerabili”.
UNA LETTERA DI FUOCO
“Ho inviato la mia lettera di dimissioni dalla pontificia commissione per la protezione dei minori a Papa Francesco (per conoscenza al cardinale O’Malley) il nove febbraio del 2017, con effetto dal primo marzo 2017”, scrive in un comunicato Marie Collins. “Da quando la commissione ha iniziato i suoi lavori a marzo del 2014 sono stata impressionata dall’impegno dei miei colleghi e dal genuino desiderio di Papa Francesco di avere assistenza nell’affrontare il tema degli abusi sessuali del clero”. “Tuttavia – prosegue Collins – nonostante che il Santo Padre abbia approvato tutte le raccomandazioni fattegli dalla commissione, vi sono stati costanti ostacoli. Ciò è stata la causa diretta della resistenza da parte di alcuni membri della Curia vaticana al lavoro della commissione. La mancanza di cooperazione, in particolare da parte del dicastero più direttamente coinvolto nell’affrontare i casi di abuso è stata vergognosa”, afferma Collins con un chiaro riferimento alla congregazione per la Dottrina della fede, il dicastero incaricato di vagliare i dossier sui preti pedofili.
LA RICHIESTA DI O’MALLEY
Il cardinale Sean O’Malley (presidente della Commissione voluta dal Papa) “mi ha invitato a continuare ad essere parte dei progetti di formazione compresi quelli per la Curia e i nuovi vescovi, e sono contenta di accettare. Questa sarà l’area sulla quale mi concentrerò. Auguro alla pontificia commissione per la protezione dei minori il meglio per il futuro”. Marie Collins era stata invitata, già durante il pontificato di Benedetto XVI, ad un seminario sulla pedofilia del clero organizzato dalla Pontificia università Gregoriana.
Photo credits: Twitter @sivancrown e @marielco