Il veicolo di Sara, scomparsa a Sarnico, è stato ripreso l’ultima volta lunedì 20 febbraio in direzione Brescia: è giallo su come sia poi giunto a Berlingo.
A casa Capoferri a Sarnico, provincia di Bergamo si vive nel mistero e nel terrore. Sara Capoferri è scomparsa. «Sono passati otto giorni – dice nel suo dolore composto papà Pier Antonio – cosa devo pensare? Se stesse bene e avesse deciso di andare via da qui, a Roma o in qualche altro posto, le augurerei buon viaggio. Ma potrebbe anche essere in un buco o in un fosso. Devo anche prepararmi al peggio», aggiunge, spalle appoggiate al muro e occhi che si inumidiscono. «L’attesa è snervante, ci sta distruggendo. Vogliamo che finisca tutto al più presto».
L’auto della donna, trovata giovedì scorso semibruciata a Berlingo, è stata ripresa l’ultima volta dalle telecamere installate sulle strade del Bresciano lunedì 20 febbraio a Paderno Franciacorta, in direzione Brescia. Nessuno sa come abbia raggiunto Berlino e con chi, dato che i cani molecolari non hanno trovato tracce della donna. L’auto è stata poi trovata giovedì scorso semibruciata a Berlingo.
L’ultimo contatto dei familiari con Sara risale a martedì sera. «Ha chiamato sua figlia alle 22.30, dicendo che era a Iseo e che stava per venire a prenderla qui da noi per portarla a casa a Palazzolo. Non vedendola arrivare, dopo circa un’ora mia nipote ha provato a richiamarla, ma è caduta la linea. Sara ha richiamato poco dopo. La comunicazione era molto disturbata. Ha detto di essere al Mac e la comunicazione si è interrotta di nuovo. Poi non siamo più riusciti a rintracciarla».L’ultima persona ad averla vista è l’ex fidanzato a cui dopo una serata insieme, aveva detto di voler rimanere sola. «Si era già allontanata altre volte. La depressione, la mancanza di lavoro, sa, a volte spingono su brutte strade. Però era sempre tornata nel giro di pochi giorni. – ha raccontato il padre – Quel “voglio stare da sola” mi impensierisce. Ultimamente sembrava abbastanza serena. Aveva da poco trovato un lavoro. Non so dove, ma lavorava».
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