Un italiano o un tedesco che vogliono andare a lavorare in Inghilterra potranno farlo ancora? Nel Regno Unito, ma anche nel resto d’Europa, c’è ansia per le possibili drastiche conseguenze della Brexit, per il cui inizio vero e proprio è cominciato il conto alla rovescia
Nell’arco delle prossime due settimane i cittadini dell’Unione Europea potrebbero perdere la libertà di emigrare in Gran Bretagna. E, sempre fra due settimane, la Scozia potrebbe chiedere un referendum per la secessione dal Regno Unito. Lo scrive Repubblica. Se la prima notizia può essere rivendicata da Londra come una vittoria, la tanto attesa chiusura delle porte resa possibile dal referendum sulla Ue del giugno scorso, la seconda rischia di diventare un altissimo prezzo pagato da Londra per voltare le spalle all’Europa: la disunione britannica.
In realtà, la Brexit non è ancora nemmeno cominciata, ma sono bastate le indiscrezioni sulla data in cui comincerà, trapelate su alcuni media inglesi, a scatenare il panico. Fonti di governo indicano che Theresa May avrebbe scelto la data, la metà di marzo, per invocare l’articolo 50 del Trattato di Lisbona, cioè il via ai negoziati sul divorzio di Londra da Bruxelles, destinati a durare due anni. Le stesse fonti precisano che quella data sarà la scadenza della “libertà di movimento”, uno dei principi fondamentali della Ue: da quel momento nessun europeo potrà più venire a cercare lavoro in questo paese.
Cosa accadrebbe a quel punto non è chiaro, spiega su Repubblica, Enrico Franceschini. Italiani, francesi, tedeschi, polacchi, verrebbero fermati alla frontiera, appena sbarcati dall’aereo, per sapere se hanno un contratto di lavoro? Gli studenti europei potranno continuare a venire a studiare nelle università del regno? E se un italiano da lungo tempo residente in Inghilterra andrà a passare un week-end sul continente, come potrà dimostrare il suo status al ritorno, per evitare di essere fermato? Una ricetta per il caos. Comprensibilmente un portavoce di Downing street ha smentito le voci riportate in proposito dal Daily Telegraph e da altri giornali. Ma l’ufficio del primo ministro non ha smentito l’esistenza di piani d’emergenza per un’altra crisi: la secessione della Scozia. In ogni caso l’attesa sarà breve. Presto si capirà in che direzione spira la Brexit per chi proviene dal suolo europeo.
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