Allarme terrorismo in Italia: è stata presentata oggi, lunedì 27 febbraio, al Parlamento la relazione annuale dell’intelligence, che parla di “pronunciata esposizione dell’Italia alle sfide rappresentate dal terrorismo jihadista”. Il monito degli 007: è “sempre più concreto” il rischio che alcuni soggetti “radicalizzati in casa” decidano di non partire verso Siria ed Iraq determinandosi “a compiere il jihad direttamente in territorio italiano”. Il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni: “Viviamo in un mondo in cui si moltiplicano le minacce asimmetriche. Si risponde non nell’illusione di chiudersi, ma accettando la sfida. Più sicurezza non vuol dire meno libertà”.
Si torna a parlare di allarme terrorismo in Italia. È stata presentata oggi, lunedì 27 febbraio 2017, al Parlamento la relazione annuale dell’intelligence Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza 2016, secondo cui è “sempre più concreto” il rischio che alcuni soggetti “radicalizzati in casa” decidano di non partire verso Siria ed Iraq determinandosi “a compiere il jihad direttamente in territorio italiano”. La relazione degli 007 parla di “pronunciata esposizione dell’Italia alle sfide rappresentate dal terrorismo jihadista”.
Ad essere nel mirino del terrorismo non è solo l’Italia, ma l’Europa nella sua interezza. Il Direttore del Dis Alessandro Pansa ha sottolineato che l’esposizione alla minaccia è “testimoniata non solo da attacchi effettivamente verificatisi lo scorso anno, ma anche, ed è un dato che va ricordato, dalle numerose pianificazioni sventate o fallite, oltre che dal crescente numero di segnalazioni di progetti offensivi”.
Il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha dichiarato a tal proposito: “Il messaggio è semplice: sappiamo di essere in un mondo in cui si moltiplicano le minacce asimmetriche. Non ci sono eserciti stranieri alle porte, ma minacce di vario genere, dagli attacchi della ciber sicurezza ai pericoli del terrorismo. A queste minacce si risponde non nell’illusione di chiudersi, ma accettando la sfida. Più sicurezza non vuol dire meno libertà”.
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