Il presidente piace solo a 4 americani su 10. Dopo poco più di trenta giorni di governo effettivo degli Stati Uniti, Donald Trump sta smontando pezzo per pezzo i diritti e le normative contro le discriminazioni sessuali volute da Obama. Ma i cittadini non sembrano seguirlo più di tanto su questo terreno
A poco più di un mese dall’insediamento alla Casa Bianca del nuovo inquilino, il presidente Donald Trump, gli Stati Uniti fanno i conti con la leadership del tycoon miliardario. E scoprono che le cose non vanno tanto bene. Almeno per il loro Capo di Stato.
CONSENSO ANDATO IN FUMO?
Secondo l’ultimo sondaggio di CbsNews , i cui dati sono riportati dal sito web dell’Ansa, solo il 39% degli americani – in pratica 4 su 10 – ne approva l’operato, mentre il 51% – quindi uno su due – lo giudica negativamente. A inizio febbraio le percentuali erano rispettivamente del 40 e del 48%. Le cifre della Cbs sono state anticipate su Twitter dal corrispondente alla Casa Bianca dell’emittente, Mark Knoller.
Sono diversi i punti critici dell’Amministrazione Trump. Ripercorriamo i più clamorosi.
IL MESSICO: “RISPONDEREMO COLPO SU COLPO”
Il governo messicano – già destinatario, insieme a tutto il popolo del Messico, dello “schiaffo” del progetto di alzare un muro ancora più imponente alla frontiera – è convinto che lo scontro con Donald Trump “sarà una battaglia lunga” e, malgrado si mantenga aperto al dialogo e alla conciliazione, è disposto a rispondere colpo su colpo al presidente Usa, se intende lanciare una guerra commerciale con il suo vicino meridionale. “Spero che in futuro ci potranno essere buone relazioni con il Messico, ma devono trattarci in maniera giusta” ha dichiarato Trump, dal canto suo; mentre il Segretario di Stato americano, Rex Tillerson, è da ieri 23 febbraio a Città del Messico per incontrare il presidente Enrique Pena Nieto.
LGBT: GAY E TRANSGENDER NEL MIRINO
L’annunciato attacco di Donald Trump ai diritti della comunità Lgbt è arrivato. Con un colpo di spugna la sua amministrazione ha eliminato le linee guida antidiscriminazione che erano state varate da Barack Obama per proteggere gli studenti transgender. Direttive in base alle quali a questi ultimi nelle scuole pubbliche era permesso di usare bagni e spogliatoi in base alla propria identità di genere e non in base al sesso di nascita.
DIRITTI CIVILI, È FINITA UN’EPOCA
Si tratta della primo possente spallata all’eredità di Obama in campo dei diritti civili, e la paura di molti è che possa essere solo l’inizio di una offensiva molto più vasta dell’amministrazione Trump, che potrebbe arrivare – temono alcuni – a toccare anche la storica legalizzazione delle nozze gay. La decisione sui bagni degli studenti transgender è stata trasmessa a tutti gli istituti scolastici pubblici in una lettera di due pagine che inizia con la formula “caro collega”, firmata dalla ministra dell’istruzione Betty DeVos. Lettera in cui si parla di “confusione legale e giuridica” che ha portato all’emanazione delle linee guida dell’era Obama. Nella missiva non si indicano nuove direttive, ma si parla del ruolo che i singoli stati Usa e i singoli distretti scolastici devono avere nel disegnare le giuste politiche.
Photo credits: Twitter
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