L’Arma dei Carabinieri ha sospeso Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco. A oltre 7 anni dalla morte di Stefano Cucchi arrestato a Roma per droga, e dopo 10 giorni dalla richiesta di rinvio a giudizio dei tre militari da parte della procura per omicidio preterintenzionale
Sono stati sospesi dal servizio i tre carabinieri accusati della morte di Stefano Cucchi e per i quali la procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio preterintenzionale. Altri due militari dell’Arma sono imputati di calunnia e falso, reati che però non prevedono, in questa fase, la sanzione disciplinare della sospensione dal servizio.
Si tratta di Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco. Dei tre la procura di Roma aveva chiesto il rinvio a giudizio per omicidio preterintenzionale esattamente 10 giorni fa, il 14 febbraio. Tedesco deve rispondere anche dell’accusa di falso nella compilazione del verbale di arresto di Stefano Cucchi, e calunnia, insieme al maresciallo Roberto Mandolini, all’epoca comandante della stazione Appia dei carabinieri. Vincenzo Nicolardi, anche lui carabiniere, risponde di calunnia con gli altri due, nei confronti degli agenti di polizia penitenziaria che furono accusati nel corso della prima inchiesta sul caso.
Nessun provvedimento è stato preso dall’Arma nei confronti sia di Mandolini che di Nicolardi. La sospensione dal servizio per Di Bernardo, D’Alessandro e Tedesco arriva a oltre 7 anni dai fatti. I tre sono i militari che il 15 ottobre 2009 arrestarono Stefano Cucchi in flagranza di reato per detenzione di droga, a Roma. Secondo l’accusa sarebbero i responsabili del violento pestaggio, a suon di calci, pugni e schiaffi, che il giovane avrebbe subito e che ne determinò la morte, una settimana dopo, nell’ospedale Sandro Pertini, nella capitale.
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