Stop a pubblicità sessiste e per il gioco d’azzardo: vietati i cartelloni coi doppi sensi

Guerra alle maxi affissioni volgari. Prima città a farlo in Italia è Imola che sta per varare un nuovo regolamento sulle pubblicità. Lotta anche agli spot che spingono al gioco d’azzardo: la ludopatia è ormai un’emergenza nazionale

Il comune di Imola va alla guerra contro il cattivo gusto e il sessismo: stop alle frasi volgari e ai doppi sensi sui cartelloni pubblicitari (nella foto, tratta dall’account Twitter del Corriere della Sera, uno dei molti esempi di pubblicità sessiste che dilagano in Italia). Basta con i “fagliela vedere” e i “ve lo mettiamo in mano”, “tu dove glielo metteresti” a caratteri cubitali che occhieggiano sempre più spesso dai muri di piazze e viali delle nostre città.

La città emiliana, prima in Italia, sta per adottare un regolamento – la cui approvazione è attesa per giovedì 23 febbraio – che vuole introdurre criteri di correttezza e di rispetto anche negli slogan destinati a finire sulle affissioni pubbliche. Una iniziativa di “salute pubblica” in cui la campagna anti volgarità va di pari passo con un altro malcostume tipico dei giorni che viviamo, la lotta al gioco d’azzardo, i cui spot pubblicitari troveranno anch’essi meno spazio sui cartelloni pubblicitari di Imola. “Anche la pubblicità deve rispecchiare i valori di civismo e rispetto della nostra comunità” annuncia il sindaco Daniele Manca che giovedì porterà in consiglio comunale il nuovo regolamento.

Il testo del regolamento disciplinerà dunque la pubblicità e l’imposta ad essa derivante dalla quale ogni anno entrano nelle casse comunali di Imola 1,1 milioni di euro. “Desta preoccupazione – ha commentato la Giunta – il fenomeno della sempre maggior diffusione dei giochi con vincite in denaro e del correlato crescente numero di casi di ludopatia con conseguenti gravissimi problemi personali, sociali ed economici dell’intero nucleo familiare del soggetto colpito da questo tipo di patologia”. Con il nuovo Codice sarà votato il “divieto di fare ricorso a ogni dichiarazione o rappresentazione che sia tale da indurre in errore, anche per mezzo di omissioni, ambiguità o esagerazioni non palesemente iperboliche su costi e probabilità di vincita”.

Photo credits: Twitter

Gestione cookie