Ci sono voluti 9 anni per fissare la prima udienza del processo di Appello per il presunto stupratore di una bambina di 7 anni. Il giudice ha dovuto dichiarare intervenuta la prescrizione. E ha chiesto pubblicamente scusa in tribunale a tutti gli italiani. In primo grado l’uomo era stato condannato a 12 anni per violenza sessuale
Il ministero della Giustizia ha avviato accertamenti sul caso del proscioglimento per prescrizione del violentatore di una bambina, dopo un procedimento lungo 20 anni. Lo riporta il sito web dell’Ansa. L’ispettorato del ministero, a quanto si apprende, ha disposto accertamenti preliminari per acquisire informazioni. Due giorni fa il giudice della Corte d’Appello Paola Dezani, aveva chiesto scusa al popolo italiano nell’emettere la sentenza. In primo grado l’uomo era stato condannato a 12 anni di carcere dal tribunale di Alessandria.
La storia, resa nota oggi 21 febbraio dal quotidiano La Repubblica, riguarda una bambina, che adesso ha 27 anni, violentata quando ne aveva soltanto sette dal convivente della madre. Gli abusi, secondo le accuse, si verificavano quando la donna affidava la figlia all’uomo per recarsi al lavoro. La piccola, che fu ritrovata trovata per la strada, era stata portata in ospedale, dove le furono riscontrati traumi da abusi e addirittura infezioni sessualmente trasmesse.
Da Alessandria gli atti rimbalzarono a Torino per il secondo grado, ma ci vollero nove anni per fissare il processo. Andiamo con ordine: il procedimento ebbe inizio nel 1997 e, solo per arrivare alla sentenza di primo grado, furono necessari dieci anni. Nel 2007 il procedimento passò quindi per l’appello dalla Corte di Alessandria a quella di Torino, dove è rimasto bloccato nove anni, a causa dei cronici arretrati. L’udienza di questi giorni è stata fissata soltanto nel 2016, quando il presidente della Corte d’Appello, allarmato per la lentezza di troppi procedimenti, li ha redistribuiti. Ma la prescrizione era ormai già intervenuta. “Si deve avere il coraggio di elogiarsi, ma anche quello di ammettere gli errori – ha commentato il presidente della Corte d’appello di Torino Arturo Soprano – Questa è un’ingiustizia per tutti, in cui la vittima è stata violentata due volte, la prima dal suo orco, la seconda dal sistema”.
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