Tre detenuti evadono dal carcere di Sollicciano. Dopo aver segato le sbarre della cella, si sarebbero calati con un lenzuolo nel cortile dell’ora d’aria e da qui avrebbero scavalcato il muro di cinta. Grieco:”Da anni denunciamo le carenze di sicurezza del penitenziario di Sollicciano”.
Tre detenuti di nazionalità rumena, Bordeianu Costel, Donciu Costantin Catalin e Ciocan Danut Costeu, sono scappati dal carcere di Sollicciano calandosi da un muro con una fune fatta di lenzuola annodate, come nei film. I tre evasori hanno approfittato delle falle nel sistema di sicurezza per fuggire dal penitenziario. A dare l’allarme sono stati gli stessi agenti che si sono accorti della fuga dalle telecamere di sorveglianza.
Secondo una prima ricostruzione fatta dal sindacato degli agenti Uilpa, è probabile che i tre detenuti abbiano segato le sbarre per uscire dalla propria sezione mediante l’utilizzo di fili facilmente introducibili in carcere chiamati comunemente “capelli d’angelo”. I tre si trovavano nella prima sezione “Quella aperta dalla mattina fino alle 19, dove i reclusi sono parzialmente liberi di girare fuori dalle celle”, spiega Eleuterio Grieco, segretario del sindacato. Una normativa, quella delle celle aperte, adottata dal Ministero della giustizia per venire incontro alle direttive europee sui diritti dei detenuti, che però “a Sollicciano è troppo rischiosa visto che manca la vigilanza”. Grieco non ha dubbi: “Il carcere di Sollicciano non è sicuro, lo ripetiamo da mesi. Il 90 per cento dei dispositivi di videosorveglianza non funziona, il muro di cinta è a rischio crollo e pertanto chiuso, senza sentinelle in grado di controllare”. E proprio lì che è avvenuta la fuga.
Due dei tre fuggitivi sono stati arrestati pochi giorni fa dai carabinieri per furto e ricettazione. Il terzo connazionale era in carcere dallo scorso settembre. Polizia e carabinieri da lunedì sera danno la caccia al terzetto dei malviventi nelle zone attorno al carcere. Le operazioni di identificazione dei tre romeni sono state rese più difficoltose dagli altri detenuti: la polizia penitenziaria è stata costretta a fare l’appello per capire chi fossero gli evasi. Con questo episodio il segretario generale della Uilpa penitenziaria, Angelo Urso, afferma che “L’evasione avvenuta a Sollicciano, unita all’incremento di situazioni critiche come risse e suicidi, è la spia che la situazione nelle carceri eè sempre piu’ difficile” e punta il dito contro la carenza di agenti.
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