Avrebbero provocato la morte di Martina volata giù da un balcone di Palma il 3 agosto 2011, perchè la studentessa fuggiva da un tentativo di violenza.
3 agosto 2011 una ragazza di appena 20 anni precipita dal balcone dell’Hotel Sant’Ana di Palma di Maiorca: la chiamata che viene fatta dalla polizia è il terrore di ogni genitore con i figli in vacanza, un terrore che si aggiunge allo sgomento di conoscere gli ultimi istati di vita della propria bambina. Le dichiarazioni degli amici sul luogo dell’incidente sono contraddittorie e cosa sia successo precisamente a Martina ancora non si sa. La polizia spagnola chiude frettolosamente il caso, ma l’Italia non ci sta e indaga, scoprendo una realtà sconcertante: la ventenne potrebbe essersi lanciata dal balcone per sfuggire ad un’aggressione sessuale di cui sarebbero stati protagonisti proprio i suoi amici.
I due ragazzi aretini conosciuti in vacanza sarebbero stati incastrati proprio da una video-intercettazione in cui avrebbero discusso della fine della ragazza. Sulla base di quanto raccolto il pm Biagio Mazzeo della procura genovese conclude che Martina avrebbe provato a fuggire dalla stanza scavalcando un balcone per raggiungerne quello accanto ma, mancando la presa a causa degli asciugamani bagnati, sarebbe caduta nel vuoto morendo sul colpo. Tesi peraltro avvallata dalla consulenza fatta eseguire sul corpo di Martina, riesumato nel 2014, che avrebbe evidenziato abrasioni alla spalla e una traiettoria di caduta non compatibile con un suicidio. Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi sono stati rimandati a giudizio: la prima udienza si terrà il 24 maggio.
“Avrei potuto capire la follia di un momento, ma non posso perdonare la lucidità di chi ha cancellato le prove, ha continuato la vacanza come nulla fosse, ha mentito in continuazione e ha continuato a far finta di nulla addirittura vantandosi su Facebook di quanto accaduto quella notte”, così ha detto il padre di Martina, parlando dell’accaduto. Poi sulla polizia spagnola: “aveva fretta di chiudere un caso che poteva compromettere il nome della località che vive sullo sballo”. L’uomo ha mostrato tutta la sua delusione anche per le stesse amiche di sua figlia: “È uno degli aspetti più terribili di questa vicenda. Il loro comportamento e quello dei loro genitori dell’alta borghesia genovese. Per coprire lo ‘scandalo’ hanno taciuto la verità. Nessuna di loro ha mai cercato me o mia moglie, neppure una lettera, un pensiero. Mi chiedo cosa abbiano imparato dai genitori”.
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