La notizia shock arriva dall’agenzia di stampa Associated Press, secondo cui esiste un documento dell’Amministrazione di Donald Trump in cui si parla chiaro di mobilitare la Guardia Nazionale americana in 11 diversi Stati per dare la caccia agli immigrati irregolari
L’Amministrazione Trump sta considerando di mobilitare fino a 100 mila uomini della Guardia Nazionale (nella foto in alto, tratta dall’account Twitter di Michael Adams) nella stretta contro gli immigrati irregolari. La proposta è citata nella bozza di un documento preso in visione dalla Associated Press e indica la mobilitazione della Guardia Nazionale degli Usa in 11 diversi Stati. Qualora la proposta fosse attuata, darebbe vita a una mobilitazione senza precedenti delle forze dell’ordine nel contrastare l’immigrazione illegale e anche in territori lontani dalla frontiera con il Messico (punto nevralgico per gli ingressi di clandestini negli Usa), fino agli stati settentrionali di Portland e Oregon, o orientali come New Orleans e Louisiana.
Intanto si complica la posizione di Michael Flynn nel Russiagate: il Pentagono non ha trovato alcun documento che indichi che l’ex consigliere per la sicurezza nazionale abbia mai ricevuto un’autorizzazione per accettare soldi da un governo straniero prima del viaggio a Mosca a fine 2015 per una intervista retribuita in occasione del gala per i 10 anni della tv filo Cremlino Russia Today, dove sedette vino a Putin. Lo scrive il Wall Street Journal. La Costituzione degli Stati Uniti vieta ai militari in pensione di ricevere soldi da governi stranieri senza l’autorizzazione del Congresso.
Il vice ammiraglio Robert Harward, scelto da Donald Trump come consigliere per la sicurezza nazionale al posto del “dimissionato” Michael Flynn, ha intanto declinato l’offerta del presidente. Un possibile motivo sarebbe legato al fatto che Harward aveva posto come condizione quella di portarsi il suo team. Cosa che non gli sarebbe stata concessa. Dopo il forfait Donald Trump ha fatto sapere via Twitter di avere in lista il generale Keit Kellogg, che temporaneamente ricopre già la carica di consigliere per la sicurezza nazionale ed è “molto in gioco”, ed altri tre candidati, che non ha menzionato. Kellogg è stato anche consigliere di politica estera per Trump durante la campagna elettorale. Il tycoon non ha precisato quando intende procedere alla nomine ma si presume presto, per colmare un vuoto in una posizione chiave.
Photo credits: Twitter
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