L’imprenditore Andrew Franklin Puzder si ritira dalla nomina di ministro del lavoro gravato del mancato pagamento delle tasse sui dipendenti clandestini – un controsenso per un uomo di Trump – della sua catena di fast food e dell’accusa di abusi da parte della moglie nello show di Oprah Winfrey.
A nemmeno un mese dal suo insediamento, il presidente Trump, sul fronte interno, si trova ad affrontare la seconda perdita per la sua amministrazione. Andrew Franklin Puzder, designato come segretario del lavoro, si è ritirato dall’iter di conferma della nomina: affondato dal mancato appoggio da parte dei repubblicani non disposti a sostenere un uomo che nella sua catena di fast food non gode di una buona fama come manager in quanto irrispettoso nei confronti dei diritti dei lavoratori.
Andy Puzder si è ritirato dalla candidatura voluta dal presidente Trump scrivendo in una nota che non servirà l’amministrazione ma appoggerà il presidente e il suo team. La scelta era stata molto criticata dai repubblicani a causa delle posizioni di Puzder sui diritti dei lavoratori: si è sempre dichiarato contro l’aumento del salario minimo dei lavoratori, che dal suo punto di vista ridurrebbe i posti di lavoro creando un crisi economica.
Contro la nomina di Puzder vi sono anche le accuse di abusi da parte della moglie nel 1990 allo show di Oprah Winfrey ed il mancato pagamento delle tasse sui dipendenti clandestini nella sua catena di fast food. A suo sfavore anche le dichiarazioni fatte nel 2015 dove, secondo fonti di stampa, affermava “Mi piacciono le belle donne che mangiano burger in bikini”. Sostenne inoltre spot pubblicitari “spinti” per alcuni suoi ristoranti che ritraevano la donna come oggetto sessuale. E inoltre dichiarò che avrebbe voluto assumere nei suoi ristoranti robot perchè creano molti meno problemi degli esseri umani, oltre ad essere più gentili. Trump pagherà lo scotto di non aver approfondito e verificato le credenziali del suo candidato. I democratici ritengono di aver messo a segno un primo punto nella battaglia all’ultimo voto nel processo delle conferme al senato.
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