Scioperi, presidi e sit-in dei tassisti a Roma, Milano e Torino. Difficile la giornata per chi cerca le auto bianche.
Servizio taxi bloccato nella capitale e nelle grandi città italiane. I tassisti contestano un emandamento del decreto “Milleproroghe” approvato dalla commissione Affari Costituzionali del Senato, che ha rinviato al 31 dicembre 2017 il termine entro il quale il ministero delle Infrastrutture e trasporti dovrà emanare un provvedimento che impedisca le pratiche di esercizio abusivo del servizio taxi e del servizio di noleggio con conducente. Slittano così le norme contro gli abusi da parte del Ncc e Uber.
Roma in tilt: in Corso Rinascimento, davanti al Senato, la circolazione è stata fermata e le linee degli autobus sono state deviate a causa di un migliaio di auto bianche – in turno nella città – che si sono radunate per manifestare contro l’emendamento che secondo i tassisti “riportano di fatto indietro l’orologio di otto anni e che, se approvato,” a loro avviso, “concede il via libera a tutte una serie di azioni abusive nel settore del trasporto persone“. Il caos nella capitale non è circoscritto alla zona centrale, in tilt gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino dove le auto bianche sono sparite e si sono radunate al blocco in Corso Rinascimento. Anche altre grandi città italiane sono in fermento: si sta svolgendo un sit-in da parte dei tassisti davanti al comune di Torino e i driver con licenza milanesi stanno bloccando la città lasciandola sguarnita nelle zone centrali e negli aeroporti di Linate e Malpensa.
Il presidente dell’Unione Nazionale dei Consumatori, Massimiliano Dona, dichiara che “non si tratta di una sanatoria, ma di colmare un vuoto normativo e favorire forme di trasporto innovativo come la sharing economy”. La normativa attuale, secondo Dona, impedisce qualsiasi forma di concorrenza e innovazione ed afferma che “il legislatore, per una volta, dovrebbe non farsi condizionare dalle solite proteste di piazza dei tassisti e fare il proprio dovere. Nessuna norma danneggia i tassisti. Vanno semplicemente regolamentati i servizi tecnologici per la mobilità che consentono di intercettare una nuova domanda di servizi. I giovani, infatti, utilizzano poco i taxi e preferiscono le piattaforme di sharing. Si tratta, quindi, di ampliare l’offerta, per intercettare una nuova domanda, che altrimenti resterebbe inevasa”.
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