Abrogata l’indennità di disoccupazione per i cococo, cocopro e contratti a progetto. Ci sono 300 mila persone in Italia che se perdono il lavoro non hanno più garanzie economiche. E i dati Istat parlano di disoccupazione dei giovani al 40%, e contratti precari al 75% del totale
Per chi ha firmato un contratto di lavoro precario sotto forma di collaborazione coordinata e continuativa o a progetto, ed è iscritto alla gestione previdenziale separata, non sarà più possibile, almeno per quest’anno, ricevere l’indennità di disoccupazione. La “Dis-Coll”, così si chiamava con questo brutto nome, era stata istituita dal Governo Renzi con il Jobs act in via sperimentale. Avviata nel 2015, la norma era stata prorogata per il 2016. Ma non per il 2017. Pertanto, in assenza di previsione normativa, spiega l’Inps, “non sarà possibile procedere alla presentazione delle domande di indennità Dis-Coll per le cessazioni involontarie dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa, anche a progetto, verificatesi dal 1°gennaio 2017”.
QUANTI ITALIANI FINISCONO IN TRAPPOLA
Secondo l’analisi di Rosaria Amato su Repubblica.it, l’indennità di disoccupazione svanita nel nulla perché Parlamento e Governo non l’hanno prorogata con una norma ad hoc interessa una platea di circa 300.000 lavoratori, tra co.co.co e co.co.pro. I quali adesso apprendono di aver cominciato il nuovo anno privi di qualunque tipo di paracadute economico se perdono il lavoro, o semplicemente in caso di scadenza di un contratto a termine che non venga momentaneamente prorogato.
COME FUNZIONAVA LA DIS-COLL
La misura prevedeva che l’indennità di disoccupazione fosse corrisposta mensilmente per la metà dei mesi di contribuzione presenti nel periodo compreso tra il 1° gennaio dell’anno solare precedente l’evento di cessazione del rapporto di collaborazione e l’evento stesso (con almeno tre mesi di contribuzione accreditata) fino a un massimo di sei mesi. La fruizione dell’indennità Dis-coll non dava diritto alla contribuzione figurativa. La misura della prestazione era pari al 75% del reddito medio mensile se inferiore all’importo di 1.195 euro. In ogni caso l’importo dell’indennità non poteva superare la misura massima mensile di 1.300 euro per l’anno 2015, rivalutato annualmente.
QUANTI SONO OGGI I DISOCCUPATI
Secondo i dati Istat forniti a fine gennaio dall’Istituto nazionale di Statistica, a dicembre 2016 il tasso di disoccupazione generale in Italia si era attestato al 12% su base annua. Su base mensile invece si era registrata, rispetto al novembre 2016, una crescita della disoccupazione dello 0,3%: con 9 mila disoccupati in più. Dati sconfortanti, che rendono l’idea della situazione del lavoro nel Paese. A questi numeri si aggiungevano lo spaventoso tasso di disoccupazione dei giovani fra i 15 e i 24 anni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati): pari al 40,1%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente. Ovviamente, ha fatto rilevare l’Istat, dal calcolo del tasso di disoccupazione vengono per definizione esclusi i giovani inattivi, cioè coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, nella maggior parte dei casi perché impegnati negli studi.
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