Delitto Noventa: sequestrati i beni dei presunti assassini per un milione di euro

Delitto Noventa: la decisione del gup Cesaro per evitare che siano venduti e messi al riparo dalle pretese delle parti civili i beni dei presunti assassini.

Un milione di euro sequestrati ai fratelli Sorgato e a Manuela Cacco, accusati dell’omicidio di Isabella Noventa. Il provvedimento – come riportano i quotidiani locali – era stato richiesto dagli avvocati di parte civile, Gian Mario Balduin, che assiste il fratello di Isabella, Paolo Noventa, ed Ernesto De Toni, legale dell’ex marito della vittima. L’obiettivo della misura è tutelare la garanzia di credito nei confronti delle parti civili, che, in caso di condanna del trio, andranno risarcite.Tutti e tre gli indagati saranno giudicati con rito abbreviato il prossimo 9 maggio. La sentenza è prevista per il 6 giugno.

«Debora non dispone di un patrimonio adeguato», si legge nell’ordinanza del gup, «ma in colloqui in carcere con la madre manifesta la volontà di occultare i beni, come da conversazioni, intercettate, del 30 settembre». Poi aggiunge: «Freddy ha rilasciato una procura alla madre…»: dunque pur sottolineando che il Sorgato aveva proposto alle parti civili una procura irrevocabile per consentire loro di vendere come ristoro la villetta di Noventa, teatro del delitto (stima 400 mila euro), il gup mette in luce altre intercettazioni in cui Freddy «fa riferimento alla possibilità di vendere i beni» e non per pagare i risarcimenti. In cosa consistono esattamente i beni? Solo a Freddy sono intestati vari conti correnti (176 mila euro), 5 appartamenti e tutte le quote di Maison immobiliare; Debora, invece, risulta titolare di altri conti per 230 mila euro senza contare i 124 mila sequestrati nell’alloggio dell’ex.

Il corpo di Isabella, intanto, non è ancora stato trovato: c’è grande attesa per questo verdetto sulla base di numerose prove indiziarie. Ancora non sono chiare le dinamiche del delitto e il movente che avrebbe spinto il trio a togliere la vita alla segretaria.

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Photo Credits: Facebook

 

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