Cronaca

Condanna shock a Milano: due poliziotti accusati di chiedere il “pizzo” a giovani donne rom

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Redazione Velvet News

Sette anni agli agenti Cosimo Tropeano e Donato Melella, responsabili, per il Tribunale, di concussione e ricettazione: avrebbero spartito con una banda di nomadi il bottino di furti ai passeggeri in stazione centrale. Secondo l’accusa avrebbero anche chiesto denaro a donne rom sotto minaccia di far togliere loro i figli.

Pena severa per due poliziotti a Milano. Cosimo Tropeano e Donato Melella sono stati condannati a 7 anni di carcere in primo grado. Nel dicembre 2015 erano stati arrestati con l’accusa di aver spartito assieme a una banda di nomadi il bottino di una serie di furti ai danni dei passeggeri alla stazione Centrale. Lo ha deciso il Tribunale del capoluogo lombardo, che ha dichiarato “estinto il loro rapporto con la pubblica amministrazione di riferimento”. I due, accusati di concussione e ricettazione, secondo l’accusa avrebbero anche chiesto denaro a donne nomadi con la minaccia di togliere loro i figli.

I giudici della quarta sezione penale, oltre ad accogliere le richieste di condanna del pm Letizia Mannella, hanno anche dichiarato i due agenti – che erano già stati sospesi dal servizio dalla Questura dopo che erano finiti agli arresti domiciliari – interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e in stato di interdizione legale per la durata della pena. Il Tribunale ha anche stabilito a loro carico la confisca di 1500 euro ciascuno, cioè la cifra che si sarebbero intascati. Secondo il Corriere.it, grazie a una media-record di 250 arresti l’anno, Cosimo Tropeano era considerato una specie di Serpico.

Solo che con l’andare degli anni, stando alle indagini, invece di incrementare il suo invidiabile palmares, con il collega Donato Melella avrebbe costretto le borseggiatrici arrestate a consegnare il bottino se volevano tornare ad essere libere di rubare per conto dell’organizzazione, che a sua volta le taglieggiava con una “tassa” sui furti. L’inchiesta è cominciata nel novembre 2014 dopo che una borseggiatrice aveva rivelato alla Polizia ferroviaria di essere vittima di altri rom, donne e i loro mariti, che pretendevano il «pizzo» per farla «lavorare». Le indagini hanno portato in carcere anche 23 nomadi di origine serbo-bosniaca, tra cui molte donne, accusati di associazione per delinquere finalizzata ad una serie di furti.

Un fermo immagine tratto dal video diffuso dalla Polizia in relazione all’arresto di due agenti

Photo credits: Twitter

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