Davanti al Gup di Roma le richieste del pubblico ministero. Manuel Foffo aveva chiesto il giudizio con rito abbreviato, che prevede uno sconto di pena pari a un terzo, in caso di condanna. Non così Marco Prato, che subirà un processo ordinario
Trent’anni di reclusione per Manuel Foffo e la sollecitazione del rinvio a giudizio per Marco Prato, accusati di avere massacrato e ucciso Luca Varani nel corso di un festino a base di droga in un appartamento al Collatino, alla periferia di Roma, avvenuto il 4 marzo 2016. Sono queste le richieste del pm Francesco Scavo al gup di Roma nell’ambito del processo con rito abbreviato per il primo e con rito ordinario per il secondo.
“OMICIDIO E CRUDELTA’ PER MOTIVI FUTILI”
L’accusa per i due è di omicidio premeditato con le aggravanti della crudeltà e dei motivi abietti e futili. Secondo il pubblico ministero quello del Collatino fu un massacro pianificato in modo lucido. La scelta della vittima avvenne a seguito di una sorta di macabro “casting”. Già nell’atto di chiusura delle indagini, la Procura aveva di fatto ricostruito l’intera vicenda ritagliando un ruolo “paritario” ai due nell’omicidio. Alla vittima vennero inferti 100 colpi, fu sottoposto a torture e sevizie per due ore. Manuel Foffo ha dichiarato di aver filmato la povera vittima agonizzante a terra.
DUE STRADE PROCESSUALI DIVERSE
I due imputati, entrambi trentenni, Prato e Foffo, hanno scelto strade diverse per difendersi: Foffo, attraverso i suoi difensori, ha chiesto il rito abbreviato che prevede lo sconto di pena pari a un terzo in caso di condanna; Prato, invece, ha preferito il rito ordinario accettando l’idea, in caso di rinvio a giudizio, di farsi processare davanti alla Corte d’assise.
LUCA FU RITROVATO DOPO MOLTE ORE
Il corpo di Luca Varani fu ritrovato molte ore dopo il delitto dai carabinieri. Era nudo in camera da letto con numerose ferite sul corpo. L’allarme era scattato quando il proprietario di casa, lo studente universitario Manuel Foffo, preso dal rimorso si era deciso a raccontare tutto al padre che ha contattato il 112. Fu proprio il giovane a condurre gli investigatori sul luogo del delitto. I militari rintracciarono Marco Prato, dopo che si era rifugiato in un albergo nella zona di piazza Bologna dove aveva tentando il suicidio ingerendo barbiturici. Il ragazzo fu salvato grazie a una lavanda gastrica.
Photo credits: Twitter, Facebook
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