Cronaca

Caos Roma, Virginia Raggi e il giallo delle polizze di Salvatore Romeo

Pubblicato da
Domenico Coviello

L’ex capo segreteria della sindaca ha investito in 15 anni 130 mila euro in polizze a non familiari. Per quale ragione? A che serviva il “sistema polizze”?

I romani, già funestati da molti problemi nella loro città, devono sopportare anche il surreale giallo delle strane polizze vita “regalate” alla sindaca Raggi dal suo ex braccio destro Salvatore Romeo senza che lei ne sapesse nulla. Romeo, secondo quanto emerge dalle cronache di questi giorni convulsi, ha investito negli ultimi 15 anni oltre 130 mila euro in polizze sulla vita con beneficiari che non sono tanto parenti stretti o familiari. Bensì amici e colleghi. Un fatto inusuale. Fra gli intestatari – a loro insaputa – anche la sindaca di Roma, Virginia Raggi, quando ancora non era candidata alle “Comunarie” dei grillini. E poi ex fidanzate, attivisti M5S e impiegati comunali. Con causali che i magistrati definiscono “fantasiose”: da “figlia”, scritto da chi figli non ne ha, a “motivi affettivi”.

PERCHÈ ROMEO HA FATTO UN “RISIKO” DI POLIZZE?

Denaro che, per chi indaga, ha un’origine non illecita e investimenti che, si sottolinea, da cui non è emerso nulla di penalmente rilevante. La Procura di Roma precisa che nel risiko di polizze stipulate da Romeo non sarebbe emerso per ora nessun meccanismo di autofinanziamento o un’utilità corruttiva. Ma gli accertamenti puntano a capire ratio e modus del “sistema polizze”, ovvero perché Romeo decise di investire in quella maniera e perché avrebbe indicato quei beneficiari. “Li stimavo e le polizze le ho stipulate perché offrivano un rendimento certo”, la spiegazione dell’ex capo della segreteria. Ieri 3 febbraio, da Mentana su La7, Virginia Raggi ha chiesto che “Romeo tolga il mio nome dalle polizze e cambi intestatario“.

OMBRE SULLE “COMUNARIE”

Il caso polizze potrebbe intrecciarsi con la vicenda delle comunarie che incoronarono Virginia Raggi candidata sindaco M5s a Roma, comunarie già gravate dall’inchiesta su un presunto dossier per fare fuori Marcello De Vito, il competitor più accreditato che poi perse. Ma anche qui Romeo respinge ogni illazione: “Le polizze non hanno a che vedere con M5S né sono state aperte a favore di suoi esponenti per favorire Virginia Raggi alle primarie per la scelta del Sindaco di Roma”. E intanto – scrive Corriere.it – si scopre che è stata Roberta Lombardi, convocata come testimone per il dossier fabbricato oltre un anno fa contro Marcello De Vito, la prima a parlare dell’esistenza di queste polizze. Lombardi è politicamente distante da Virginia Raggi; è un’autorevole esponente del Movimento 5 Stelle romano, e più volte ha fato trasparire la sua insofferenza verso i “pasticci” politici della sindaca.

“VE LO DICO IO A COSA SERVIVA IL GIOCHINO…”

Anche gli attivisti-beneficiari delle polizze, ascoltati dai pm, hanno escluso meccanismi opachi di autofinanziamento ma via Facebook uno dei fondatori del Movimento, Vittorio Bertola, sembra rompere gli indugi e spiegare quello che definisce “il giochino”. “Da parecchi anni si sono diffuse – scrive sul suo profilo – polizze vita che in realtà sono contenitori di soldi da investire”. Uno strumento “molto meno tracciabile di una mazzetta in contanti”. Per Bertola, “io che voglio un favore dal futuro sindaco di Roma prima delle elezioni prendo una polizza e lo nomino come beneficiario; dopodiché, se lui vince e mi fa il favore, io faccio passare il tempo minimo necessario e poi riscatto la polizza e lui incassa, altrimenti cambio di nuovo il beneficiario e mi tengo i soldi”. Il riferimento potrebbe essere alla nomina di Salvatore Romeo, ora oggetto d’inchiesta, arrivata sei mesi dopo le polizze a favore di Raggi, con stipendio triplicato.

IL DOSSIER CONTRO DE VITO

Altro capitolo il presunto dossier per ostacolare la corsa a candidato sindaco M5S di Marcello De Vito. Sul punto Daniele Frongia, altro fedelissimo del sindaco, taglia corto affermando che “non esiste alcun dossier contro di lui”. Come non esiste un coinvolgimento di Raffaele Marra sul presunto dossier: “tra noi non c’è stato alcun contatto da novembre 2013 alla primavera 2016”, spiega, precisando che i contatti furono ripresi dopo la vittoria della Raggi alle comunarie. Una vittoria su De Vito arrivata dopo il ritiro di Frongia che fece convergere i suoi voti sull’attuale sindaca. Una stagione, quella della corsa al palazzo Senatorio, che sembra fare emergere trame e veleni in M5S. E ora indagano anche i magistrati di piazzale Clodio.

Virginia Raggi e Salvatore Romeo sul tetto del Campidoglio. “Sapevano che c’erano cimici negli uffici”

Photo credits: Twitter, Facebook

Domenico Coviello

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Domenico Coviello

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