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Trump licenzia la ministra della Giustizia. E Sally Yates diventa eroina dei social

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Redazione Velvet News

Nominata da Obama, Sally Yates reggeva l’interim alla Giustizia, ma si è ribellata all’ordine esecutivo anti-immigrati di Trump. Il presidente l’ha licenziata immediatamente

“Noi stiamo con Sally Yates, una vera eroina americana” posta l’account ufficiale della Marcia delle Donne. “Un eroe legale, ben lontana dal tradire il Dipartimento di Giustizia” rimarca il Financial Times. E poi centinaia di commenti e messaggi di supporto su Twitter e Facebook. Al centro dell’attenzione di molti americani c’è in queste ultime ore Sally Yates, l’ex procuratrice generale Usa e ministra ad interim della Giustizia, nominata da Obama e adesso licenziata in tronco da Donald Trump.

DISSENSO MANIFESTATO PUBBLICAMENTE

La sua colpa? Ha manifestato perplessità sull’ordine esecutivo anti-immigrati del neo-presidente, il cosiddetto Muslim Ban, e ha osato sfidare Trump comunicando lunedì 30 gennaio ai propri dipendenti :“Fino a quando sarò Attorney General (il corrispettivo del nostro ministro della Giustizia, ndr) in funzione, il Dipartimento di Giustizia non presenterà contenziosi in difesa dell’ordine esecutivo a meno che non mi convinca che è appropriato farlo”.

CACCIATA LA SERA STESSA

La reazione di Trump non si è fatta attendere: lunedì sera, una lettera recapitata a mano comunica a Yates il suo repentino licenziamento dal Dipartimento di Giustizia. “Yates ha tradito il Dipartimento di Giustizia rifiutando di applicare l’ordine creato per proteggere i cittadini degli Stati Uniti” ha dichiarato la Casa Bianca in un comunicato. E poi prosegue: “La signora Yates è stata designata dall’amministrazione Obama, è debole in materia di frontiere e molto debole in materia di immigrazione illegale”. Parole gravissime, percepite da tanti americani come brutalmente provocatorie e offensive.

UNA CARRIERA TRENTENNALE

Nata ad Atlanta, 56 anni, laureata in legge all’Università di Georgia, sposata con due figli, Sally Yates ha iniziato nel 1989 una carriera trentennale all’interno del Dipartimento di Giustizia Usa come assistente di un procuratore nel distretto nord della Georgia. Ha poi collaborato a vari casi significativi di corruzione politica e frodi finanziarie, e nel 1996 ha portato avanti l’azione legale contro Eric Rudolph, l’autore dell’attentato durante le Olimpiadi di Atlanta. Nel 2010 Barack Obama l’ha posta a capo della procura locale, facendone la prima donna a raggiungere quella posizione. Tra i suoi critici più duri c’è Jeff Session, il suo successore.

Photo credits: Twitter

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