La canonica degli scandali torna a colpire: rivelati nuovi inquietanti dettagli sulle attività illecite di Don Andrea Contin.
Due parroci coinvolti in un giro di orge e festini, con contorno di inchiesta giudiziaria (violenza privata e favoreggiamento della prostituzione), sospette malversazioni e vescovo che deve precipitosamente rientrare da una visita alle missioni in Sudamerica: una vicenda che ha i tratti di una telenovela ma che è tristemente molto reale. Durante l’inchiesta emergono nuovi inquietanti dettagli: “Ha un figlio di 4 anni – ha spiegato una delle sue amanti ai carabinieri, secondo il settimanale Giallo – che non ha mai riconosciuto, ma che provvede a mantenere economicamente. All’inizio della nostra relazione, nel giugno del 2011, propose anche a me di fare un figlio”.
Non solo, Don Andrea oltre al sesso estremo, alle perversioni inusuali e alle orge a cui avrebbe cercato di obbligare le sue compagne, avrebbe anche un’altra passione. Alcune delle sue amanti hanno infatti dichiarato che il Don aveva rapporti sessuali anche con dei transessuali: “Non gli piacciono solo le donne. Le sue perversioni lo hanno portato spesso ad avere rapporti sessuali con i trans, uno in particolare a cui don Contin si sentiva molto legato. Posso dire che era il suo preferito”.
La 49enne che lo ha denunciato, ha raccontato: “Nel febbraio-marzo 2011 ci fu il primo rapporto sessuale marcatamente aggressivo in canonica, nonostante ciò mi sentivo sempre più innamorata e felice per le sue attenzioni. Lui iniziò a essere molto esigente. Voleva rapporti sempre più spinti. Iniziò a chiedermi di andare dietro la canonica per attirare i ragazzi che giocavano nel campo di calcio e, una volta adescati, mi costringeva ad avere rapporti con loro vicino al garage. Lui mi filmava di nascosto. Quando gli dissi che non ero più disposta a prestarmi a quei giochetti, mi portò più volte in zona Limena per vederlo durante un rapporto con un transessuale”. “Un giorno don Andrea mi fece vedere che aveva postato le mie foto nuda su siti per scambisti”, continua la signora. “Mi chiamava ‘schiava’, mi comprò una ciotola per animali e un guinzaglio marrone“.
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