Massimo Bervicato è accusato di falsa testimonianza: nell’udienza del 10 gennaio aveva scagionato l’imputato Caputo per l’omicidio di Fortuna.
Nell’udienza del 10 gennaio scorso, l’uomo aveva detto in aula che quando Chicca era precipitata, aveva visto Raimondo Caputo, imputato per l’omicidio della bimba, accanto a lui. In tal modo lo collocava lontano dal luogo dove secondo l’accusa si sarebbe perpetrato un tentativo di violenza sessuale ai danni della piccola e poi l’omicidio della stessa. I pm però la scorsa settimana hanno ascoltato alcuni testimoni, che erano stati indicati da Bervicato come presenti sulla scena del delitto, che hanno invece sostenuto che Caputo non era in strada al cortile.
Gli avvocati dell’accusa appaiono da sempre assai poco convinti delle accuse formulate nei confronti di Tito’ e chiedono che venga approfondita la posizione di tre inquilini di un unico nucleo familiare dell’ottavo piano dello stabile, fra i quali compare Claudio Luongo, che ha avuto un figlio da una relazione con la mamma di Fortuna e che era nel gruppo di coloro che smentivano la presenza di Caputo sulla strada, come aveva, invece, sostenuto Bervicato: ”Continueremo a cercare la verità sui mostri di Caivano che hanno violentato e ucciso due piccoli innocenti. La morte di Chicca è ancora avvolta da pesanti interrogativi”. “Bisogna dare giustizia a Pietro Loffredo, un papa’ che attende di sapere chi ha commesso orrendi crimini sulla sua bambina, prima di farla ritrovare morente al suolo”. Il processo riprenderà il 10 febbraio prossimo.
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