Debora Sorgato accusata dell’omicidio di Isabella con il fratello Freddy e Manuela Cacco ha spedito una lettera al pm raccontando la sua versione dei fatti.
Debora Sorgato, in carcere dal 16 febbraio dell’anno scorso per l’omicidio di Isabella Noventa, è venuta allo scoperto, scrivendo una lettera ai pm per raccontare la sua verità. Due pagine scritte in stampatello su fogli a righe, in un italiano a tratti illeggibile per raccontare una storia che ha dell’incredibile. Tutto per spiegare la sua innocenza, perché “Quella sera del 15 gennaio dell’anno scorso mentre Isabella veniva uccisa, io stavo dormendo a casa mia”, ha detto la Sorgato.
Poi ha continuato: “All’una e trenta, quando mi sono svegliata e mi sono ricordata di avere lasciato il telefono cellulare e la borsa all’interno della Golf”. Debora si è rivestista, è tornata a piedi attraverso i campi nella villa di Freddy e qui ha visto le luci accese: “Mio fratello è uscito e mi ha chiesto di seguirlo in auto perché doveva accompagnare Cacco in centro a Padova, ma poi doveva subito andare via e io dovevo dare un passaggio di ritorno a Manuela”, “Quando è morta Isabella, io stavo dormendo”.
Prosegue, così, il racconto dopo la morte di Isabella:” Le due auto, l’Audi A6 di Freddy e la Golf si mettono in viaggio, una dietro l’altra. Debora racconta che per strada ‘perde’ l’Audi e si mette a chiamare Freddy al cellulare. Non le risponde. Prova pure con la Cacco, che dopo un po’ risponde. La fa salire sulla Golf e la accompagna alla discoteca Relax: qui però la Cacco non vede tra le macchine parcheggiate quelle di alcuni suoi amici. Proprio in quel momento Freddy chiama Debora e le chiede di accompagnare Manuela a casa sua. La sorella esegue e una volta scaricata la tabaccaia in via Sabbioni a Noventa, torna a casa, a letto”. La ricostruzione di Debora combacia perfettamente con quella di Freddy: Isabella sarebbe morta durante un violento gioco erotico e lui preso dal panico l’ha gettata sul Brenta. Il corpo, però, non è mai stato trovato.
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