Da Grillo e Di Battista, e dal Pd alla Lega è unanime la richiesta di andare al più presto alle urne. Esaminando la legge elettorale la Corte Costituzionale ha bocciato il ballottaggio ma ha salvato il premio di maggioranza. E ha stabilito che l’Italicum “è suscettibile di immediata applicazione”
No al ballottaggio, resta il premio di maggioranza, i capilista eletti in più collegi non potranno più optare ma si vedranno assegnato il collegio con il sorteggio. È la decisione della Corte Costituzionale sull’Italicum, la controversa legge elettorale voluta da Matteo Renzi. Una decisione che porta a una legge immediatamente applicabile. La Corte ha reso noto il verdetto attorno alle 17:30 di oggi 25 gennaio con inatteso ritardo rispetto al fatto che avrebbe dovuto essere ieri la giornata della decisione. Segno, tutto ciò, di una ponderazione complessa dell’Italicum e delle sue conseguenze sul sistema Paese.
ECCO I PUNTI SUI QUALI SI È PRONUNCIATA LA CORTE
Stop al ballottaggio, ok a premio di maggioranza – La corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il ballottaggio previsto dall’Italicum, la legge elettorale in vigore dal luglio 2016 impugnata da un pool di legali in qualità di cittadini elettori. Giudicato invece legittimo il premio di maggioranza che la legge attribuisce al partito che supera il 40% dei voti.
Non opzione ma sorteggio per capolista eletto in più collegi – Illegittima la disposizione dell’Italicum che consentiva al capolista eletto in più collegi di scegliere a sua discrezione il proprio collegio d’elezione. Bocciata la possibilità di opzione per il capolista eletto in più collegi, residua il criterio del sorteggio.
LE CONSEGUENZE POLITICHE
Immediate le reazioni dei partiti. M5S, Lega e lo stesso Partito democratico, a cui pure appartiene il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, chiedono di andare subito al voto. La vita del Governo Gentiloni, dunque, potrebbe essere molto breve. Sempre che il Capo dello Stato, al quale spetta il potere di sciogliere le Camere e convocare le elezioni, non decida invece di aspettare la scadenza naturale della legislatura nel 2018, memore del suo stesso appello alle forze politiche nel discorso di fine anno 2016: “Al voto solo con una unica legge elettorale per Camera e Senato”. A ora, invece, l’Italicum così come modificato dalla Consulta varrebbe per la Camera dei Deputati, mentre un’altra precedente legge, il cosiddetto Consultellum, varrebbe per il Senato.
M5S, Beppe Grillo e Di Battista “La corte costituzionale ha tolto il ballottaggio, ma ha lasciato il premio di maggioranza alla lista al 40%. Questo è il nostro obbiettivo per poter governare. Ci presenteremo agli elettori come sempre senza fare alleanze con nessuno“. Lo scrive Beppe Grillo sul suo blog in un post dal titolo “Habemus Legalicum”. “C’è una proposta di legge del MoVimento 5 Stelle già depositata in Parlamento, chi non la voterà lo fa perché vuole intascarsi la pensione a settembre”, attacca Grillo. “Abbiamo sempre detto che vogliamo votare con la legge uscita fuori dalla sentenza – ha dichiarato il deputato romano Alessandro Di Battista -, e tra l’altro sembrerebbe immediatamente applicabile”.
Partito democratico, Ettore Rosato – “Per noi bisogna andare a votare subito“. Lo dice il capogruppo Pd alla Camera, Ettore Rosato, spiegando che la linea del partito non cambia dopo la sentenza della Consulta sull’Italicum. La legge così come modificata dalla Corte è immediatamente applicabile, spiega, perché si tutela “il principio costituzionale di dare la possibilità al presidente della Repubblica di sciogliere le Camere” quando fosse necessario.
Matteo Salvini, Lega – “Legge elettorale subito applicabile, dice la Consulta. Non ci sono più scuse: parola agli italiani!! Se sei d’accordo, rilancia #VOTOSUBITO”. Lo scrive su Twitter il leader della Lega Nord, Matteo Salvini che a Skytg24 propone il 23 aprile come possibile data per le elezioni politiche.
Photo credits: Twitter
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