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Isis: ancora 750mila ostaggi nella città di Mosul

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L’Onu dichiara che nonostante l’avanzata della forze irachene siano 750.000 le persone che ancora si trovano sotto ostaggio a Mosul. Conquistata dall’Isis nel giugno 2014, la città irachena è stata considerata da allora capitale del gruppo terroristico. 

Lise Grande, il coordinatore umanitario dell’Onu in Iraq, spiega come i prezzi siano notevolmente aumentanti a causa della carenza di cibo di prima necessità; sembra inoltre che i civili siano stati costretti anche a dar fuoco alle poche cose che hanno a disposizione per riscaldarsi dal freddo.

Il premier iracheno e comandante in capo delle forze armate Haider al Abadi, ha annunciato ieri che dopo tre mesi di lotta la parte orientale della città è stata “completamente liberata dall’Isis” e che ora l’esercito è pronto ad avanzare in quella occidentale, dove il gruppo terroristico islamico si trova in questo momento. “Speriamo che venga fatto di tutto per proteggere le centinaia di migliaia di persone che vivono dall’altra parte del fiume” scrive Lise Grande nel  comunicato firmato da organizzazioni umanitarie sia internazionali che locali.

Sono continui i raid usati nella parte occidentale di Mosul scagliati contro lo stato Islamico da parte della coalizione internazionale: secondo quanto detto dal Ministero della Difesa dell’Iraq, sono state distrutte molte fabbriche utilizzate per la costruzione di autobombe e di armi pesanti . I quartieri di Mosul est sono stati tutti conquistati, ma ora il Ministero della difesa di Baghdad deve occuparsi della parte più difficile della missione a causa delle barriere di difesa che il gruppo terroristico ha innalzato. Per ora l’esercito è occupato a disattivare le mine che l’Isis ha lasciato lungo la strada per ostacolare il nemico durante la loro fuga.

Grazie all’Unicef nella parte est della città è stato possibile aprire circa 30 scuole e permettere a circa 16.000 bambini di tornare a studiare, e si sta occupando anche di organizzare corsi di matematica,lingua inglese, lingua araba e scienze per tutti i bambini rimasti fuori da Mosul. “Dopo l’incubo degli ultimi due anni, questo è un momento cruciale affinché i bambini di Mosul reclamino il loro diritto all’ istruzione e la loro speranza per un futuro migliore” dichiara il rappresentante dell’Unicef in Iraq Peter Hawkins. Intanto da Washington, il neo presidente americano Donald Trump rinnova il suo totale sostegno all’Iraq nella lotta contro l’Isis.

 

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