Uccise con un ombrello nell’occhio Vanessa Russo nel 2007 in metro: Doina Matei ha chiesto e ottenuto di poter essere assegnata in prova ai servizi sociali.
Uccise una ragazza, Vanessa Russo, in metropolitana a Roma a seguito di una lite. Molti la ricordano per l’episodio shock, per quel particolare, perché Doina Matei per prendersi la vita della studentessa le infilò un ombrello nell’occhio. Condannata a 16 anni di carcere per quell’omicidio, ha chiesto e ottenuto, dal Tribunale di Sorveglianza di Venezia, di essere assegnata in prova ai servizi Sociali.
Il regime di semilibertà che era già stato ottenuto, era stato sospeso nell’aprile dello scorso anno dopo che Doina Matei aveva postato su Facebook alcune foto di lei sorridente al mare, circostanza che aveva suscitato l’indignazione dei familiari della vittima e degli italiani in generale, che non la ritenevano sufficientemente pentita del folle gesto. All’epoca il Tribunale sospese la semilibertà alla donna, salvo poi riconfermarla ritenendo l’errore commesso non così grave da “incidere in profondità nel processo rieducativo in corso”. La donna lavorerà presso una cooperativa sociale di Venezia e dovrà fissare la propria dimora a Venezia con l’obbligo di non mutarla se non previa autorizzazione del magistrato di sorveglianza. Potrà uscire dall’abitazione dalle 6 alle 22 e non potrà allontanarsi dalla provincia né viaggiare all’estero.
“Le è stato restituito, seppure in ritardo, quello che le doveva essere restituito prima”, la libertà, sia pure limitata da prescrizioni piuttosto severe. Così commenta la sentenza l’avvocato di Matei, Nino Marazzita, sottolineando, inoltre, come la Matei sia tra i condannati che hanno subito una carcerazione più lunga. Secondo il difensore, la giovane donna, romena, ha “scontato il clima forcaiolo e anti-straniero” che si respirava al momento della sentenza. La decisione del giudice, tuttavia, sta suscitando ampie critiche e dibattimenti. Quello che in molti si chiedono è: Doina la merita veramente?
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