La decisione della Consulta, dopo i ricorsi di incostituzionalità sulla normativa voluta dal Governo Renzi, è capitale per il futuro della legislatura
+++ No al ballottaggio, resta il premio di maggioranza, stop anche ai capolista bloccati. Questa la decisione della Consulta sull’Italicum. Una decisione che porta a una legge immediatamente applicabile +++
La decisione della Corte, attesa per le 13 di oggi 25 gennaio( dopo essere già slittata da ieri) è arrivata attorno alle 17:30. Un ritardo che fa supporre una complessa discussione fra i giudici.
La Corte Costituzionale decide sull’Italicum, la legge elettorale approvata dal Parlamento e voluta dal Governo Renzi, sulla quale erano stati però mossi rilievi di incostituzionalità. La Consulta deve valutare la legittimità del ballottaggio, del premio di maggioranza, dei capilista bloccati, delle multicandidature con l’opzione del candidato di scegliere in quale collegio essere eletto. I rilievi su questi aspetti sono contenuti in cinque ordinanze giunte dai tribunali di Messina, Torino, Perugia, Genova e Trieste.
COME FUNZIONA L’ITALICUM
L’Italicum è una legge elettorale di tipo proporzionale, a doppio turno, con correttivo maggioritario. Nel corso della sua stesura ha subìto diverse modifiche ed è stato approvato in terza ed ultima lettura alla Camera il 4 maggio 2015 con la fiducia, circostanza che provocò la bagarre in Aula. L’entrata in vigore non era immediata, ma partiva dal luglio 2016.
SOGLIA – Si prevede un’unica soglia di sbarramento che i partiti devono raggiungere per essere ammessi alla suddivisione dei seggi ed è pari al 3%.
PREMIO AL PRIMO TURNO – Il premio corregge in senso maggioritario la legge, ma scatta al primo turno solo per la lista che superi il 40% dei voti validi. Il premio consente a chi lo consegue di assicurarsi 340 seggi su 618. Questo è uno dei punti rimesso alla Corte Costituzionale.
CAPILISTA BLOCCATI – In ognuno dei 100 collegi in cui è diviso il territorio italiano, ogni partito presenta una lista di 6-7 candidati: i capilista sono “bloccati”, cioè scelti dai partiti e quindi eletti automaticamente. Per gli altri valgono le preferenze. E anche questo aspetto è sotto l’esame della Consulta. La legge prevede poi che ogni elettore esprima due preferenze, la seconda di genere diverso dalla prima: se sono per candidati dello stesso sesso, la seconda viene annullata. Le liste devono essere composte in modo da alternare un uomo a una donna. Nell’ambito di ogni circoscrizione (Regione) i capilista di un sesso non possono essere superiori al 60% del totale.
MULTICANDIDATURE – Il candidato può presentarsi in più collegi, fino ad un massimo di 10. Se vince in più collegi, può scegliere in quale essere eletto. Una disposizione, quest’ultima, che la Consulta dovrà valutare.
BALLOTTAGGIO – Se al primo turno nessun partito raggiunge il 40%, scatta il ballottaggio tra le due liste più votate. La lista che vince, ottiene il premio di maggioranza che le assicura 340 seggi. I partiti perdenti si ripartiscono i 278 seggi rimanenti sulla base della percentuale proporzionale dei voti presi. Altri 12 deputati sono eletti nelle circoscrizioni Estere, come oggi, per ottenere il totale definitivo di 630 seggi (340+278+12=630). Anche il ballottaggio andrà al vaglio della Consulta: secondo i ricorrenti consente l’attribuzione di un premio sganciato da una soglia minima di voti.
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