Un alpino, il caporalmaggiore dell’esercito Mattia Popesso, 25 anni, friulano, ha salvato una bimba di 5 anni portandola sulle spalle e percorrendo alcuni chilometri con gli sci
Centro Sud martoriato dal maltempo e dal terremoto: sono tante le immagini che arrivano dalle zone colpite. Le Marche e l’Abruzzo, soprattutto, dove le nevicate ininterrotte, le bufere, il sisma e la tragedia della valanga all’hotel Rigopiano stanno riempiendo di notizie le cronache quotidiane. Le foto che vi mostriamo stanno facendo il giro dei social. Sono diventate il simbolo della solidarietà fra gli italiani nei momenti delle tragedie.
RACHELE, ISOLATA PER 6 GIORNI
Un militare, il caporalmaggiore Mattia Popesso, 25 anni, alpino, domenica 22 gennaio era a Valle Castellana (Teramo) e stava trasportando sugli sci una bambina – Rachele, 5 anni – verso l’elicottero che evacuava la popolazione. Cittadini allo stremo delle forze, come è scritto sulla pagina Facebook del CAI, sezione di Ascoli Piceno, dopo sei giorni di isolamento per la neve e il gelo. “Questa immagine, di Marina Bianchini, sintetizza meglio di tante parole quanto è accaduto nel Centro Italia già martoriato dal terremoto”, sostiene a ragione il CAI di Ascoli.
MATTIA IL NON-EROE
“Questo soldato dell’Esercito Italiano si chiama Mattia Popesso e tiene sulle spalle la piccola Rachele di Valle Castellana (TE), che a soli 5 anni ha fatto il suo primo volo in elicottero – scrive il CAI su Fcebook -. Grazie, soldato Mattia, non-eroe capitato per caso in una foto a rappresentare tutti coloro che fanno semplicemente il loro dovere, con la testa e con il cuore. Per esservi presi cura in questo disastro della gente tenace che tiene in vita le nostre montagne, grazie”.
“ERA SPAVENTATA, L’HO PRESA SULLE SPALLE”
In un’intervista a Ebe Pierini sul Messaggero, il caporalmaggiore Popesso, friuliano, spiega: “Ho subito visto che c’era una bambina. Ho notato che era molto spaventata e mi sono avvicinato a lei. Le ho raccontato che la mia compagna ha un bambino della sua età e poi le ho chiesto dell’asilo e dei regali che le aveva portato Babbo Natale. Aveva le scarpine bagnate per via della neve e aveva le mani gelate. Allora le ho fatto indossare i miei guanti. L’ho sollevata e me la sono messa sulle spalle. Le ho dato della cioccolata e ho continuato a chiacchierare con lei. Mi parlava dei suoi giochi, della scuola. Poi, lungo i due chilometri di percorso, mi sono accorto che si era addormentata abbracciata al mio elmetto da sci. Appena arrivati a destinazione l’ho fatta salire sull’elicottero e, non appena il CH47 è decollato, sono tornato al lavoro in quanto c’erano altre persone da raggiunge al paese isolato”.
Photo credits: Facebook, pagina del Cai – Sezione di Ascoli Piceno; Twitter Esercito Italiano
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