Alessio Feniello, padre di Stefano, 28 anni, disperso dentro l’hotel distrutto dalla valanga, accusa le autorità di non aver saputo prevenire la tragedia
Proseguono anche nel piazzale antistante la struttura le ricerche dei 23 dispersi ancora sepolto sotto la valanga di neve, albero, rocce e detriti che ha distrutto l’hotel Rigopiano in Abruzzo. A cinque giorni dalla tragedia, lo scorso 18 gennaio, il bilancio provvisorio del disastro è di 11 sopravvissuti, 7 morti e 22 dispersi. E sono stati ritrovati vivi i tre cuccioli di pastore abruzzese, figli di Nuvola e Lupo: i carabinieri forestali li hanno scovati in buono stato tra le macerie. I genitori si erano salvati dal crollo ed erano scesi più a valle nei giorni scorsi.
Per i parenti di chi ancora manca all’appello, però, l’attesa è ormai un’angoscia insostenibile. “Quelli che sono morti sono stati uccisi – si è sfogato Alessio Feniello, 54 anni, il papà di Stefano Feniello, 28 anni, tra i dispersi – e quelli che ancora non rientrano sono stati sequestrati contro il loro volere perché volevano rientrare. Li hanno sequestrati. Avevano le valigie pronte. Li hanno riuniti tutti vicino al caminetto come carne da macello”. La fidanzata del giovane, Francesca Bronzi, è salva ed è ricoverata a Pescara. La responsabilità, secondo Alessio Feniello, è “delle autorità”.
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