Rigopiano, i vivi: “Mangiare neve ci ha salvato”. Sui soccorritori l’incubo valanghe [VIDEO]

Sono 11 i sopravvissuti, 6 le vittime e almeno 22 i dispersi della slavina che mercoledì 18 gennaio ha travolto l’hotel resort Rigopiano, alle pendici del Gran Sasso in Abruzzo. Le operazioni di soccorso proseguono. Il testo della mail con cui dall’hotel si chiedeva con un urgenza un intervento a liberare le strade dalla neve

AGGIORNAMENTO ore 18:19 – +++ Individuata dai soccorritori la sesta vittima: si tratterebbe di un uomo +++

Dopo il miracolo di venerdì 20 gennaio, con il ritrovamento e l’estrazione da un mare di neve e detriti dei primi sopravvissuti, sull’albergo Rigopiano è sceso di nuovo il silenzio. Decine di uomini, i soccorritori dei vigili del fuoco, del soccorso alpino, delle forze dell’ordine, i volontari, i medici e paramedici, stanno continuando a scavare e cercare senza mai fermarsi. Dandosi il cambio, certo. Ma continuando ad alimentare la speranza. A ora sono 11 i sopravvissuti, 5 le vittime, 23 i dispersi.

UNA BOMBA, COME 4 MILA TIR

Secondo i dati dei Carabinieri forestali del servizio Meteomont, la pressione esercitata sull’hotel Rigopiano dal fronte di distacco della slavina è stata pari a “4.000 tir a pieno carico“. Nella zona di accumulo tale fronte di neve pesa 120.000 tonnellate.

LA MAIL PRIMA DELLA TRAGEDIA: “VENITE A SALVARCI”

Come riportato dal sito dell’Ansa, lo scorso 18 gennaio, mercoledì, il giorno del terremoto in Abruzzo, nel primo pomeriggio, poco prima che si staccasse – attorno alle 16.30-17.00 probabilmente – l’immensa valanga che ha travolto il resort, l’amministratore unico dell’hotel Rigopiano, Bruno Di Tommaso, aveva mandato una mail al Prefetto di Pescara, al presidente della Provincia, alla polizia provinciale e al sindaco di Farindola, segnalando che “la situazione” stava diventando “preoccupante” e chiedeva di “predisporre un intervento”. “I clienti sono terrorizzati dalle scosse sismiche e hanno deciso di restare all’aperto per la notte“, scriveva il direttore, “non potendo ripartire a causa delle strade bloccate“.

Rigopiano, i vivi: "Mangiare neve ci ha salvato". Sui soccorritori l'incubo valanghe [VIDEO]

SUCCHIARE NEVE CI HA SALVATI

Cominciano ad arrivare, raccolte dai cronisti, le prime testimonianza dei superstiti. Come hanno fatto a sopravvivere in quella che ci appare come una grande bara di ghiaccio? Come si sono alimentati? Come hanno cercato di gestire il terrore, l’ansia, la paura? “Ci siamo salvati perché abbiamo mangiato e succhiato la neve – dicono alcuni di loro – la sete è stata terribile”. Altri sono rimasti abbracciati l’uno all’altro.

“HO PERDUTO LA MIA FIDANZATA”

Qualcuno, come Giampaolo Matrone, 34 anni, ha raccontato – riporta il sito dell’Ansa – di come ha perduto la sua fidanzata Valentina Cicioni: “Le stringevo la mano e le parlavo per tenerla sveglia – ha spiegato – perché volevo che rimanesse sempre vigile. La chiamavo, poi a un certo punto non l’ho sentita più e ho capito che mi stava lasciando“. Vicino a lui un’altra donna “che non dava segnali di vita”.

I PILASTRI HANNO TAGLIATO IN DUE IL DIVANO

“E’ stata una bomba, mi sono ritrovato i pilastri addosso. Ero seduto sul divano e i pilastri sono scivolati in avanti tagliandolo in due. Ci siamo salvati per questo”. Così Vincenzo Forti, uno dei superstiti del Rigopiano, ha raccontato all’amico Luigi Valiante i drammatici momenti dopo la valanga che ha travolto la struttura. Forti è stato estratto dai soccorritori insieme alla fidanzata Giorgia Galassi.

GLI ULTIMI ESTRATTI DALLA SLAVINA

Gli ultimi quattro superstiti, Francesca Bronzi, Giorgia Galassi, Vincenzo Forti e Giampaolo Matrone, sono stati estratti a notte fonda, ieri 21 gennaio. Poi il resort di lusso spazzato via dalla slavina ha restituito solo morti: all’alba – sempre di ieri 21 gennaio – i vigili del fuoco hanno tirato fuori il corpo di una donna e un paio d’ore dopo ne hanno recuperata un’altra. Una, secondo il sito dell’Ansa, è Nadia Acconciamessa, la madre del piccolo Edoardo. L’altra, identificata in serata, è Barbara Nobilio, 51 anni, di Loreto Apritino (Pescara), in vacanza con il marito, tuttora disperso.

UN BIMBO HA PERSO SIA IL PAPA’ CHE LA MAMMA

Erano anche loro al piano terra, in alcune stanze a meno di una decina di metri da dove sono stati salvati i tre bambini Edoardo, Ludovica e Samuel. Il tempo di caricare i loro corpi sull’elicottero e dall’ammasso di macerie e neve è uscito il corpo di un uomo: Sebastiano Di Carlo, 49 anni, il papà di Edoardo, orfano dunque di entrambi i genitori. Ora sono cinque le vittime accertate, ma tutti sanno che è un numero al ribasso.

SI TEMONO NUOVE VALANGHE

I soccorsi operano in condizioni molto difficili. Da venerdì la neve si alterna alla pioggia, rendendo ancora più pesante quell’enorme ammasso di ghiaccio, detriti e alberi sradicati che ha sommerso l’hotel. Il rischio valanghe è salito a 4 su una scala di cinque, ‘rischio forte’, e non è affatto escluso che l’intera slavina possa rimettersi in movimento. Per questo, chiunque arrivi lassù per lavorare deve indossare l’Arva – lo strumento che consente di essere localizzati sotto le valanghe – e deve registrarsi prima di entrare nell’area di ricerca. In caso di problemi, almeno si sa chi è dentro e chi è fuori.

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(GUARDA ANCHE IL VIDEO: RIGOPIANO, ALTRI VIVI ESTRATTI DALLA VALANGA. “SENTIAMO NUOVE VOCI”)

Photo e video credits: Twitter

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