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Cronaca

Terremotati: dove finiscono i soldi raccolti dagli sms solidali

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Redazione

Il 29 Gennaio si chiuderà la raccolta fondi destinata alle popolazioni colpite dal terremoto, ma sembra che i circa 28 milioni raggiunti fino ad ora tramite “Sms Solidale”  non siano ancora stati stati utilizzati.  Parte la polemica sui social. 

Il Movimento 5Stelle, con un’ accesa discussione tra la deputata Laura Castelli e il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro, ha accusato il Governo di non avere ancora inviato ai terremotati delle Marche, dell’Abruzzo, e del Lazio gli euro che erano stati raccolti tramite il numero 45500 e bonifico bancario. Lo stato ha a disposizione infatti circa 28 milioni di euro raggiunti tramite sms e  circa 8 milioni arrivati sul conto bancario attivato dalla Protezione Civile: perché i soldi si trovano ancora inutilizzati presso la Tesoreria Centrale dello Stato, e perché non sono stati ancora usati in questo caso di grande emergenza?

” La solidarietà resta ostaggio della burocrazia”, dichiara la Castelli. Il fatto è che a causa di una questione burocratica anche se i soldi ci sono non si possono effettivamente utilizzare. Prima si deve fare un’attenta analisi delle regione colpite, successivamente la Regione con l’ausilio di un Commissario valuteranno il piano della ricostruzione e a quali progetti destinare la raccolta (come nel caso dell‘Emilia i cui fondi sociali sono stati utilizzati per ricostruire scuole e palestre). Sarà presente anche un “Comitato di Garanti” che controllerà il modo in cui i fondi verranno utilizzati secondo la normativa.

La raccolta è stata resa possibile grazie all’accordo siglato con le società di telefonia, a cui hanno aderito senza scopo di lucro Tim, Vodafone, Fastweb, Infostrada, Wind, 3, Postemobile, Twt, Coopvoce, Tiscali, Uno Communication, e Cloud Italia. I soldi dovrebbero finanziare la costruzione di nuove abitazioni, ma considerando che il primo terremoto risale allo scorso 24 agosto, il procedimento dovrebbe essere meno lento e tener conto delle innumerevoli famiglie rimaste senza una casa e senza lavoro.

Photo Credits Facebook

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