Nel video che mostriamo si vede l’interno del Gran Sasso Spa & Beauty Hotel Rigopiano devastato dalla valanga che lo ha spazzato via. Ci sono circa 30 persone sotto la neve e le macerie
Ore 18:35 – Secondo il soccorso alpino, ci sono i margini per salvare delle vite. Finora sono stati estratti tre cadaveri e un quarto è stato localizzato, mentre Titti Postiglione, capo dell’ufficio emergenze del dipartimento della protezione civile, nel corso dell’aggiornamento sulla situazione ha invitato a considerare “due le vittime accertate”. Resta fermo a due anche il numero dei sopravvissuti: Giampiero Parete e Fabio Salzetta, che al momento della valanga si trovavano all’esterno e da lì sono riusciti a lanciare l’allarme.
Ore 16:41 – Sarebbero 35 le persone presenti all’interno dell’Hotel Rigopiano. “Le persone registrate in Questura ufficialmente sono di meno, ovvero 22 ospiti e 7 dipendenti – spiega il sottosegretario regionale, con delega alla Protezione civile, Mario Mazzocca, dal Centro di raccolta allestito nel palazzetto dello sport di Penne -. Però è verosimile che ci fossero degli ospiti e dunque il numero dovrebbe essere questo”.
Ore 15:48 – Al momento il bilancio della tragedia è di tre morti – i 3 corpi estratti dalla neve e dalle macerie dell’albergo -; due persone sono in salvo, ma ci sono ancora oltre 20 dispersi. Una colonna mobile con una turbina apristrada è arrivata dove si trovava il tetto dell’Hotel Rigopiani, una struttura grande, comprensiva delle attrezzature per offrire i servizi di una Spa. Dopo aver liberato il piazzale i mezzi meccanici stanno continuando a scavare. Unità cinofile dei vigili del fuoco sono in azione ma al momento non si sente nulla. I cani stessi non sembrano fiutare nulla. I vigili del fuoco, di fronte al disastro, hanno detto: “L’albergo è stato spazzato via, non esiste più“. I soccorritori, dieci finanzieri che sono riusciti ad arrivare con gli sci e a entrare nell’albergo, raccontano: “Chiamiamo ad alta voce ma nessuno risponde“.
Aggiornamento ore 14:28 – Estratti da sotto la neve e le macerie altri due corpi senza vita, dopo un altro già estratto, nell’albergo Rigopiano di Farindola, alle pendici del Gran Sasso. Tra i dispersi c’è Alessandro Riccetti, 33 anni, di Terni, dipendente della struttura alberghiera; una coppia di giovani turisti marchigiani di Castignano, Marco Vagnarelli e Paola Tomassini; una coppia di Castel Frentano (Chieti), Luciano Caporale, 54 anni, e la moglie, Silvana Angelucci, 46 anni.
Dopo il terremoto, la valanga. Tragedia in Abruzzo all’Hotel Rigopiano a Farindola, sul Gran Sasso, travolto ieri da una immensa slavina. Trenta persone: il personale dell’albergo e i clienti, sarebbero da quasi 24 ore – cioè da ieri 18 gennaio – sotto la neve e le macerie. Un rianimatore si è portato insieme ai soccorritori nell’albergo perché, ha detto lui stesso “ci sono dei bambini coinvolti nel crollo“.
È stata estratta la prima vittima, questa mattina 19 gennaio, ma “ci sono tanti morti“, secondo quanto ha riferito all’agenzia Ansa il capo del Soccorso alpino abruzzese Antonio Crocetta, che da ieri sera si è messo in marcia con gli sci insieme agli altri soccorritori per raggiungere l’albergo in quanto le strade di accesso erano bloccate da due metri di neve caduta negli ultimi giorni. La slavina, di enormi proporzioni, si è staccata molto probabilmente a causa delle scosse di terremoto del 18 gennaio.
Tragico il racconto di un superstite: “Sono salvo perché ero andato a prendere una cosa in automobile”, ha riferito ai medici Giampiero Parete, 38 anni. La moglie e i due figli di Parete sono sotto le macerie. “È arrivata la valanga – ha detto ancora l’uomo, ricoverato in Rianimazione – sono stato sommerso dalla neve, ma sono riuscito a uscire. L’auto non è stata sepolta e quindi ho atteso lì l’arrivo dei soccorsi”. L’uomo, residente a Montesilvano (Pescara), è cosciente ed è assistito dal personale della Rianimazione dell’ospedale di Pescara e dagli psicologi della Asl. È arrivato in stato di ipotermia, ma il quadro clinico non è preoccupante. È stato lui ieri a lanciare l’allarme al suo datore di lavoro. Poi la lunga attesa dell’arrivo dei soccorsi, insieme all’altro superstite.
Photo credits: Twitter; video credits: Guardia di Finanza, RepTv
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