Secondo l’ente americano per la protezione dell’ambiente (epa), la Fiat di Sergio Marchionne avrebbe venduto negli Usa 100 mila auto super inquinanti. La replica della casa italo-statunitense arriva immediata, ma è di queste ore il patteggiamento di Volkswagen, che per il Dieselgate ha sborsato 4,3 miliardi di dollari di sanzioni
Un venerdì di rincorsa per Fca. Il titolo di Fiat Chrysler Automobiles N.V., l’azienda italo-statunitense di diritto olandese nata nel 2014 dalla fusione fra la Fiat di casa Agnelli e l’americana Chrysler, è rimasto più del solito in fase di preapertura, oggi 13 gennaio, e, quando è entrato in negoziazione continua, è volato in rialzo del 7,4% a 9,44 euro. Nella notte aveva chiuso in crollo a Wall Street (-10,23%) sui timori per le accuse del cosiddetto Dieselgate.
LE ACCUSE
Ma in cosa consiste il nuovo scandalo che ricorda molto da vicino quello che ha fatto tremare la Volkswagen? Gli Stati Uniti accusano Fca di violazione delle norme sulle emissioni per le auto diesel, tramite l’uso di un software illegale per aggirare i test, e quindi consentire la vendita sul mercato di veicoli più inquinanti di quanto sia lecito. Accuse per le quali la ex Fiat di Sergio Marchionne rischia ora una sanzione fino a 4,63 miliardi di dollari. Immediata la reazione del titolo Fca, che ieri sera è affondato a Piazza Affari e a Wall Street, arrivando a perdere fino al 18%.
LA DIFESA
La casa automobilistica si difende, spiegando di rispettare le regole e dicendosi pronta a collaborare con l’Epa, l’agenzia di protezione dell’ambiente degli Stati Uniti. Il caso Fca ”non ha nulla in comune con Volkswagen” afferma secco Sergio Marchionne. A pochi giorni dall’addio dell’amministrazione Obama e a poche ore dal patteggiamento da 4,3 miliardi di dollari con Volkswagen per il dieselgate, l’Agenzia per la Protezione Ambientale americana punta il dito contro Fca, accusandola di aver consentito illegalmente emissioni inquinanti superiori ai limiti su circa 104.000 auto.
NEI GUAI I GRAND CHEROKEE
Nel mirino delle autorità americane ci sono i Jeep Grand Cherokee e i Dodge Ram con motore 3 litri diesel. “Continuiamo a indagare la natura e l’impatto di questi software. Tutte le case automobilistiche devono giocare con le stesse regole” aggiungono le autorità americane, secondo le quali il software usato da Fca ha molte somiglianze con quello di Volkswagen.
Photo credits: Twitter @Citizensforair; @motorionline
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