Il capannone, ormai in disuso da anni, era occupato da profughi richiedenti asilo extracomunitari. Il rogo è stato improvviso e devastante. Un ragazzo di 35 anni ha perso la vita. Due i feriti: non sarebbero gravi
Un violento incendio ha provocato una vittima nella serata di mercoledì 11 gennaio a Sesto Fiorentino (Firenze). Un giovane di 35 anni è morto nel rogo di un capannone in disuso – che un tempo ospitava l’ex mobilificio Aiazzone – adoperato come “casa” da un centinaio di rifugiati somali. La vittima era il più grave dei tre feriti nell’incendio. La struttura è occupata dai cittadini extracomunitari da circa due anni.
In seguito al divampare delle fiamme e quindi all’allarme era stato deciso di montare due grandi tende nella vicina piazza Marconi per ospitare le persone rimaste senza un alloggio, circa 80 extracomunitari. Il sindaco di Sesto, arrivato anche lui in via Avogadro, ha contattato i comuni limitrofi e il prefetto per trovare una soluzione per l’accoglienza. Ma a quanto sembra gli occupanti non vogliono allontanarsi né essere divisi. A decine gli extracomunitari sono rimasti vicino al fabbricato dove sono scoppiate le fiamme che hanno fatto un morto mentre altre due persone sono finite in ospedale perché intossicate: entrambe non sarebbero gravi.
Sul posto intervenuti anche carabinieri, vigili urbani, polizia e protezione civile, che ha distribuito coperte e bevande calde date le rigide temperature, e i sanitari inviati dal 118. Lo stabile era stato occupato nel dicembre 2014 da una cinquantina di extracomunitari, tutti, secondo quanto spiegato all’epoca dal Movimento di lotta per la casa, profughi richiedenti asilo che erano stati in precedenza ospitati per alcuni mesi in strutture di accoglienza.
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