Dylann Roof condannato a morte per la strage di Charleston

Dylann Roof aveva ucciso 9 afroamericani in una chiesa della città del South Carolina. Non si è mai pentito per il suo gesto.

Pena di morte: nessuno scampo. Questa è la condanna decisa dalla giuria di Charleston per Dylann Roof, 22 anni, autore della strage del giugno 2015 nella chiesa della città del South Carolina. Nove furono le vittime, tutti afroamericani. La sua è la prima condanna a morte nella storia americana per un crimine d’odio. Le indagini condotte dopo il suo arresto appurarono che progettava l’attacco da almeno sei mesi.

La sentenza è arrivata oggi dopo che la giuria popolare ne aveva già decretato la colpevolezza lo scorso 15 dicembre. Era il 17 giugno 2015 quando Roof entrò nella chiesa di Charleston, rimase seduto per 45 minuti, poi all’improvviso si mise a sparare con una Glock calibro 45 che aveva comprato in un negozio nel mese di aprile. Uccise sei donne e tre uomini tra i quali il reverendo Clementa Pinckney, membro del Senato dello Stato e simbolo delle battaglie per i diritti della popolazione afroamericana. Poche ore dopo la fuga, Roof fu bloccato mentre era a bordo della sua auto, ferma a un semaforo. Era ancora armato, ma non oppose resistenza. Si consegnò e da allora ripeté sempre, quasi come se fosse una litania, che quel giorno “fece ciò che andava fatto”.

«So di avere il diritto di chiedervi la condanna all’ergastolo invece che la pena di morte – ha detto rivolgendosi ai giurati – Ma non sono sicuro di cosa sia meglio fare». Roof poteva infatti essere condannato all’ergastolo o alla pena di morte, verdetto che la giuria poteva emettere solo all’unanimità. La giuria ha impiegato circa tre ore per deliberare la sentenza: poi la decisione presa di comune accordo. Durante la lettura della sentenza Roof non ha tradito alcuna emozione, al contrario dei familiari delle vittime che si sono lasciati andare ad un lungo pianto liberatorio.

Dylann Storm Roof

Photo Credits: Facebook

 

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