La Corte d’appello di Firenze ha dichiarato «inammissibile» la richiesta di revisione presentata da Guede, condannato per l’omicidio di Meredith Kercher.
All’udienza di oggi, 9 gennaio, dopo circa un’ora di camera di consiglio è stato deciso di respingere la richiesta di revisione del Processo di Perugia, per cui fu condannato l’ivoriano Rudy Guede con rito abbreviat: «Valutiamo se presentare ricorso alla Cassazione», «non dipende da noi la parola fine» a questa storia. Così, uscendo dall’aula, l’avvocato Tommaso Pietrocarlo, difensore di Rudy Guede, ha commentato con i giornalisti la decisione della corte di appello di Firenze di dichiarare inammissibile la richiesta di revisione del processo in cui Guede.
«La corte di appello – ha proseguito l’avvocato Pietrocarlo – ha ritenuto che tra i due giudicati non ci sia neppure, a livello di prospettazione astratta, una contradditorietà e una incomponibilità. A nostro avviso l’incompatibilità c’è ed è piuttosto evidente e la revisione andava ammessa». In particolare «ritenevamo che, aver la Corte di Cassazione stabilito che quella (il coltello di Sollecito) non è l’arma del delitto, che le tracce biologiche sul reggiseno non sono riconducibili a Sollecito, ecco noi ritenevamo che questi accertamenti di fatto fossero incompatibili con la nostra condanna (contro Guede) perché la nostra condanna dà per esistente che il coltello era quello e che nell’eseguire la violenza sessuale» su Meredith lo stesso Guede «sarebbe stato coadiuvato da Sollecito».
La Cassazione, nelle assoluzioni di Knox e Sollecito, ha sostenuto che « i due giudicati sono incompatibili nel senso che questi due fatti storici posti alla base della nostra» sentenza di condanna, appunto quella contro Guede, divenuta definitiva nel 2010, «sono stati invece accertati come non reali dalla Cassazione» nelle assoluzioni di Knox e Sollecito. Insomma, nessuna speranza per Guede che si vede negato il diritto di revisione e che dovrà rimanere in carcere a scontare la condanna che gli è stata inflitta.
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