L’uomo, 26 anni, ex militare, soldato congedato con onore dall’Iraq lo scorso anno, sembra avesse problemi mentali. Ha ucciso a sangue freddo 5 persone. Almeno 8 i feriti. Aveva denunciato al Fbi di “essere costretto a combattere per l’Isis”. Nel video della Cnn la fuga dei passeggeri.
Torna il terrore negli Stati Uniti. Un ex militare ventenne di origine ispanica, il cui nome, secondo quanto reso nota dalle autorità, è Esteban Santiago, ha aperto il fuoco nell’area di ritiro bagagli dell’aeroporto di Fort Lauderdale, in Florida. È successo nella serata di ieri, 6 gennaio (LEGGI ANCHE: STATI UNITI, FLORIDA: SPARATORIA IN UN AEROPORTO. VITTIME E FERITI). Cinque morti e almeno 8 feriti il bilancio della strage. Il 26enne è stato arrestato ed è stato interrogato dalla polizia. Le indagini sono ancora nelle fasi preliminari ma sembrerebbe non trattarsi di terrorismo. L’atto “malvagio”, così come lo ha definito il governatore della Florida Rick Scott, sarebbe opera di un uomo con problemi mentali. Santiago è atterrato a Ft. Lauderdale proveniente da Anchorage, in Alaska, dopo aver fatto scalo a Minneapolis.
LA DINAMICA DEI FATTI
Nell’area di ritiro bagagli avrebbe preso la sua pistola dalla borsa, legalmente imbarcata insieme alle munizioni, e aperto il fuoco. Indossava una maglietta di “Guerre Stellari” e mirava alla testa delle sue vittime: i colpi ripetuti sarebbero stati sparati, secondo i testimoni, senza pronunciare una parola. Santiago, secondo indiscrezioni, soffriva da tempo di problemi mentali e nei mesi scorsi sarebbe stato ammesso in un ospedale psichiatrico. “Un mese fa ha iniziato ad avere problemi, è come se avesse perso la testa, diceva di vedere cose”, ha raccontato la zia, Maria Luisa Ruz. Su di lui le informazioni sono ancora contrastanti: nel suo passato ci sarebbero delle indagini per pedopornografia, ma le autorità non avrebbero raccolto prove sufficienti per procedere.
EX MILITARE IN IRAQ
Nel 2016, secondo la Cbs, Santiago si sarebbe recato negli uffici dell’Fbi ad Anchorage denunciando di essere “costretto a combattere per l’Isis”. Nato in New Jersey nel marzo del 1990, ma originario di Porto Rico, il killer ha servito per un anno in Iraq ed è stato congedato con onore lo scorso anno. Il suo indirizzo più recente è a Naples, in Florida, dove la sua fidanzata e il figlio continuano a vivere, ma fra il 2014 e il 2016 ha vissuto ad Anchorage.
IL “MOVENTE” DELLA STRAGE
L’incidente è avvenuto poco prima delle 13 ora locale, e inizialmente si temeva per la presenza di un secondo sparatore, smentita poi dalla polizia. Lo scalo resta però chiuso, “e lo resterà per diverso tempo”, hanno fatto sapere le autorità. Il movente non è ancora chiaro: secondo alcuni testimoni, Santiago avrebbe avuto un’accesa discussione con alcuni passeggeri a bordo del volo e questo potrebbe essere uno dei motivi che lo hanno spinto alla strage.
ARMA LEGALMENTE TRASPORTATA
Il presidente eletto Donald Trump ha fatto sapere di aver seguito gli sviluppi in stretto contatto con il governatore Scott, giunto a Ft. Lauderdale. Scott ha aggiornato anche il vice presidente eletto, Mike Pence, ma non ha avuto contatti con Barack Obama. “Non è il momento di fare polemiche”, ha risposto il governatore a chi gli chiedeva come mai non avesse contattato Obama. E non è il momento delle polemiche, ha aggiunto, neanche per le armi negli aeroporti. Il fatto che l’uomo abbia trasportato legalmente la sua arma e le munizioni hanno però già alimentato un forte dibattito. Il killer ha recuperato la sua borsa nell’area bagagli, quella meno controllata degli aeroporti americani. E l’incidente ha fatto salire l’allerta in tutti gli scali.
Photo e video credits: Twitter
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