Don Andrea Contin: sette amanti in canonica

Tutto nasce dalla denuncia di una madre di San Lazzaro: «Ho una storia d’amore con lui, ma è diventata così violenta che sono finita all’ospedale».

Tutto nasce dalla denuncia di una madre di famiglia di 49 anni che lo scorso 6 dicembre si è sfogata così davanti al maresciallo dei carabinieri: «Ho una storia d’amore con lui dal 2012, ma è diventata così violenta che sono finita all’ospedale», poi il racconto sempre più incalzante che ricostruisce una realtà sconvolgente. Si parla di rapporti sessuali anomali in canonica, di incontri con altri uomini organizzati dal parroco ma anche di aver avuto la terribile sensazione di essere entrata in un giro di prostituzione anche perché uno di questi partner occasionali le offriva dei soldi per le sue prestazioni; e poi le minacce subite: con un coltello, con la pistola e la minaccia di un filmino hard conservato che avrebbe mostrato a tutti il suo vero volto.

Gli investigatori, coordinati dal procuratore Matteo Stuccilli e dal pm Roberto Piccione hanno trovato poi stanzetta chiusa a chiave all’ultimo piano della canonica, che conteneva un campionario da sexy shop: stivali di gomma col tacco, collari, bustini, manette, corsetti e sex toys. Insieme ad un agenda con i nomi di molte donne. Sei di loro, inconsapevoli delle altre, hanno confessato di aver avuto rapporti con il prete, consenzienti. In un solo caso poco desiderati; ma i numeri potrebbero crescere.

Secondo quanto riportato dal Corriere della sera, la Curia di Padova era al corrente della situazione. «In seguito ad alcune segnalazioni avevamo avviato un’indagine “previa”, come dicono i canoni 1717 e 1718 del diritto canonico», ha spiegato la Diocesi che però ha rifiutato di consegnare al pm il fascicolo. Si appellano al fatto che la legge prevede la trasmissione degli atti solo con il consenso delle persone coinvolte. E la parrocchiana coinvolta non vuole: «Per me era una storia d’amore». A onor del vero sulla canonica di San Lazzaro pende un precedente difficile da dimenticare: in questa parrocchia popolare di 1.500 anime, nel 2005 fu allontanato don Paolo Spoladore e lui stesso venne coinvolto in una causa per il riconoscimento della paternità di un figlio avuto mentre indossava le vesti di prelato. L ’11 ottobre 2011 il Tribunale dei minori di Venezia riconobbe ufficialmente la paternità di Spoladore (a cui impone di pagare un assegno mensile di mantenimento).

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