La profezia dell’Isis, c’è anche una città italiana nel mirino dei terroristi

Non solo Istanbul. Se dopo l’attentato di Capodanno al night Reina tutta l’attenzione è concentrata sulla Turchia, non va dimenticato che attentati potrebbero accadere ora in Italia, nominata nelle “profezie” escatologiche dell’integralismo estremista islamico

Dopo l’ultimo attentato, terrificante, della notte di Capodanno 2017, la Turchia, e Istanbul in particolare sono al centro delle mire di diversi fronti terroristici, anche contrapposti. E, se è autentica la rivendicazione che il sedicente Stato islamico, l’Isis, ha fatto dell’attacco al night discoteca Reina, uno dei più celebri della città sul Bosforo, si può argomentare che la strage non ha alla base soltanto motivazioni politiche. Ma anche, in un certo senso, ragioni profetiche. Gli obiettivi dell’Isis infatti non sono soltanto permeati di una distorta e integralista interpretazione teologica del Corano ma anche da una una visione della storia dell’Islam completamente falsata, secondo la maggior parte degli osservatori occidentali.

In ogni caso la Turchia è a rischio, Istanbul in primis. Così come la Germania, dove il giovane tunisino, fedele all’Isis, Anis Amri, ha colpito il 19 dicembre, provocando la strage al mercato di Natale di Berlino. Ma c’è anche una città italiana che non può stare tranquilla, sottolinea Libero. La rivista dell’Isis infatti, che fino a due mesi fa si chiamava Dabiq, stesso nome di un villaggio siriano dove, secondo una profezia, avrà luogo lo scontro finale tra il bene e il male, ha adesso cambiato nome. Quando l’esercito del sedicente Stato Islamico è stato cacciato da Dabiq durante lo scorso mese di ottobre, il giornale del Califfo è uscito con il nome di Roumiya, che significa Roma.

Attenzione però, per l’Isis Roumiya rappresenta Roma sia come capitale italiana sia come Bisanzio, ovvero Istanbul. Sorge quindi un agghiacciante interrogativo: dopo la raffica di attentati terroristici a Istanbul, toccherà a Roma? Non è infondato pensarlo, purtroppo. Anche perché la propaganda Isis aveva già più volte additato la capitale della cristianità come città nel mirino. Lo scorso 3 agosto in un video diffuso dal gruppo terrorista Wilayat Sayna, la Provincia dello Stato islamico in Sinai, legato all’Isis, una voce minacciava di colpire Israele nel prossimo futuro e di conquistare Roma. “Questo è solo l’inizio, i nostri incontri [del gruppo, ndr] si terranno a Roma e a Gerusalemme”, si udiva nel filmato. Prima ancora era comparsa in Rete una fotografia di piazza San Pietro con la bandiera nera del Califfato islamico sopra all’obelisco. Per adesso, fortunatamente, solo propaganda. Ma l’allerta nel nostro Paese è ormai al massimo.

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Photo credits: Twitter

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