Resta alto l’allarme – per possibili ritorsioni in Italia – dopo la morte, in uno scontro a fuoco con la polizia milanese, di Anis Amri, 24 anni, tunisino, nella notte fra giovedì e venerdì 23 dicembre a Sesto San Giovanni (Milano). L’uomo era ricercato in tutta Europa quale presunto killer nell’attentato di Berlino del 19 dicembre al mercato di Natale.
ALLERTA
“Massima attenzione” poiché “non si possono escludere azioni ritorsive” nei confronti dei poliziotti e di tutto il personale delle forze dell’ordine in divisa. Così il capo della Polizia Franco Gabrielli. L’allarme è stato dato dopo la sparatoria in cui Anis Amri – il 24enne tunisino ricercato in tutta Europa quale presunto killer del camion lanciato contro la folla a Berlino lunedì 19 dicembre – è stato ucciso. L’invito è dunque di intraprendere ogni iniziativa utile per garantire la massima sicurezza e tutela degli operatori.
STOP AI SOCIAL
E infatti i profili Facebook degli agenti di polizia che hanno fermato il killer di Berlino, sono stati oscurati: è il questore di Milano Antonio De Iesu a renderlo noto spiegando che “abbiamo il dovere di tutelare l’immagine dei nostri poliziotti, abbiamo detto ai ragazzi di evitare, di non farsi prendere dall’emotività nel loro interesse, è opportuno che non lo facciano, stiamo parlando di una dimensione che non è la criminalità ma il terrorismo internazionale e c’è un problema di prevenzione”.
CHI ERA AMRI
“Era una scheggia impazzita, un latitante pericolosissimo che, da libero avrebbe potuto compiere altri attentati”. Lo ha detto il questore di Milano Antonio de Iesu parlando dell’uccisione del killer di Berlino Anis Amri, il quale, come è già stato reso noto, era arrivato in qualità di profugo a Lampedusa nel 2011. Era stato in carcere per anni in Italia, dove si sarebbe radicalizzato aderendo all’islamismo estremista. Poi espulso ma non rimpatriato per presunte complicazioni burocratico-amministrative delle autorità tunisine; infine nel 2015 si era trasferito in Germania. “La pistola trovata in suo possesso gli si è materializzata in mano. Era carica e pronta all’uso”. “È arrivato dalla Francia in treno, è transitato da Torino, è arrivato a Milano all’una di notte. E al momento del controllo, a Sesto, Anis Amri era solo” ha aggiunto il questore de Iesu.
IL VIDEO
Un video di Anis Amri filmato prima dell’attentato e in cui il killer di Berlino giura fedeltà all’Isis dichiarando di voler vendicare i musulmani uccisi nei raid è stato diffuso dall’agenzia Amaq, network del sedicente Stato Islamico. Lo riferisce il Site.
LA DINAMICA DELLO SCONTRO A FUOCO
Una “normale attività di controllo del territorio” svolta da due agenti che “hanno seguito le procedure stabilite”: è finita così la fuga di Anis Amri, fermato e controllato a Sesto San Giovanni non perché individuato come il killer di Berlino ma solo perché alle 3 di notte si aggirava vicino alla stazione di Sesto San Giovanni. “Era degno di controllo”, ha spiegato il questore di Milano e il vice questore aggiunto, dirigente del commissariato di Sesto San Giovanni racconta così la dinamica dello scontro a fuoco: “Era solo e fermo, dalla volante è sceso il capopattuglia che gli ha chiesto i documenti, mentre l’autista era un agente in prova. Amri era tranquillissimo, parlava italiano anche se con accento straniero“. Spiega di essere di Reggio Calabria ma l’accento non convince C. M., l’agente che sta eseguendo il controllo, che gli chiede di rovesciare il contenuto del suo zainetto sul cofano della macchina. A quel punto Amri estrae la pistola calibro 22 dalla giacca carica e pronta per l’uso e spara, colpendo C. M. a una spalla. Immediata e decisiva è la reazione dell’altro agente che si nasconde dietro la volante e risponde al fuoco, mentre Amri urla “Poliziotti bastardi”. Due i colpi esplosi dall’agente, uno mortale finito nel costato di Amri. Inutile il tentativo di rianimarlo, dopo dieci minuti è morto.
LA GERMANIA RINGRAZIA
Dalla Germania, e da Berlino in particolare sono arrivati i ringraziamenti agli agenti milanesi coinvolti nella sparatoria, che hanno neutralizzato Anis Amri. Un grazie da parte della polizia tedesca, come dimostra il tweet che pubblichiamo sotto, ma anche dalla cancelliera Angela Merkel, che ha ricordato in un messaggio all’Italia la tragedia di Fabrizia Di Lorenzo, 31 anni, la ragazza di Sulmona ma da anni al lavoro in Germania, rimasta uccisa nella strage provocata dal camion al mercato di Natale nella capitale tedesca.
Photo credits: Twitter, Facebook
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