Prima le dichiarazioni scioccanti del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, sul fatto che certi giovani è bene siano andati via dall’Italia. E ora la retromarcia. Monta la rabbia verso il nuovo governo del dopo Renzi (in continuità con quello precedente)
“Non mi sono mai sognato di pensare che sia un bene per l’Italia il fatto che dei giovani se ne vadano all’estero”. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, fa dietrofront rispetto alle pesanti affermazioni di ieri, 19 dicembre, in base alle quali, parlando coi giornalisti a margine di un incontro, si era lasciato andare a uno sfogo: “Questo Paese non soffrirà a non averli più tra i piedi”, aveva detto, riferendosi ai ragazzi, molti, troppi, che ogni anno lasciano l’Italia per trovare un lavoro decente oltre confine (LEGGI ANCHE: POLETTI, POLEMICA SULLA FUGA DI CERVELLI: “QUALCUNO STA BENE DOV’E'”). “Evidentemente mi sono espresso male e me ne scuso“, si legge invece martedì 20 dicembre nella nota di precisazione del ministro del Lavoro.
“Penso, semplicemente”, aggiunge Poletti, “che non è giusto affermare che a lasciare il nostro Paese siano i migliori e che, di conseguenza, tutti gli altri che rimangono hanno meno competenze e qualità degli altri. Ritengo, invece, che è utile che i nostri giovani possano fare esperienze all’estero, ma che dobbiamo dare loro l’opportunità di tornare nel nostro paese e di poter esprimere qui le loro capacità e le loro energie”. Sarà. Ma intanto su Twitter monta l’indignazione. E l’hashtag #PolettiDimettiti è fra i primi nelle tendenze di discussione.
Dalle opposizioni è un coro di richiesta di dimissioni. “Giovani umiliati da voucher e insultati da Poletti. Vada via lui, non i giovani”, è il tweet di Luigi Di Maio, deputato M5S e vicepresidente della Camera. “Giovani (e non) umiliati dai voucher – aggiunge in un post su Facebook -. Sbagliare è umano, ma insistere e insultare le vittime delle sue politiche è inaccettabile e rischia solo di accrescere la tensione sociale. Questo è il ministro del Lavoro, questo è il Pd”, conclude Di Maio. “La fuga all’estero di centinaia di migliaia di giovani è un drammatico impoverimento del Paese”, è la critica di Nichi Vendola. “È vergognoso il giudizio del Ministro Poletti sui ragazzi e le ragazze che sono costrette a lasciare l’Italia del Jobs Act per trovare un lavoro adeguato e dignitoso”, afferma Stefano Fassina di Sinistra Italiana.
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