Il 18 aprile 2015 a largo della Libia il naufragio di un grosso natante con oltre 700 migranti a bordo diretti in Italia. Morirono quasi tutti. il relitto è stato recuperato dal fondo del mare il 29 giugno scorso: conteneva ancora i corpi delle vittime
Diciotto anni di reclusione per il “capitano” e cinque anni per il suo “mozzo”. Questa la sentenza del Gup di Catania, Daniela Monaco Crea, nei confronti dei due presunti scafisti ritenuti responsabili del grande naufragio avvenuto il 18 aprile 2015 al largo della Libia in cui morirono oltre 700 migranti diretti verso le nostre coste. Si tratta del peggiore naufragio mai avvenuto finora a danno dei profughi e dei migranti che tentano ogni giorno di attraversare il Mediterraneo dall’Africa per giungere in Italia e quindi in Europa. Per naufragi di molto minore entità, la magistratura siciliana è arrivata a dare l’ergastolo agli scafisti. Non però in questo caso.
Andiamo però con ordine per ricostruire la vicenda. Solo 28 furono i sopravvissuti del naufragio dello scorso anno. Tra loro anche due minorenni che si sono costituti parte civile. Imputati erano il conducente del natante, il tunisino Mohamed Alì Malek, 27 anni, e il suo aiutante siriano Mahmud Bikhit, di 25. I due sono stati condannati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ma il “capitano” è stato ritenuto colpevole anche dei reati di omicidio colposo plurimo e naufragio. Gli imputati si sono sempre proclamati innocenti, sostenendo di essere dei semplici passeggeri come gli altri migranti.
La Procura di Catania, con i sostituti Rocco Liguori e Andrea Bonomo, aveva chiesto la condanna di Malek a 18 anni e di Bikhit a sei anni e il pagamento di un risarcimento danni di tre milioni di euro. Il “mozzo” ha accusato anche lui Malek di essere il “comandante”. Quest’ultimo sostiene di avere visto i componenti dell’equipaggio, ma di non averli individuati tra i sopravvissuti. Secondo l’accusa il naufragio “fu determinato da una serie di concause, tra cui il sovraffollamento dell’imbarcazione e le errate manovre compiute da Malek, che portarono il peschereccio a collidere col mercantile King Jacob“, intervenuto per soccorre i migranti.
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