Frenetiche ore di trattative per il presidente del Consiglio incaricato Paolo Gentiloni. Alfano dovrebbe andare agli Esteri, Marco Minniti agli Interni.
Si presenterà nel pomeriggio di oggi 12 dicembre al Quirinale con la lista dei ministri. È questo il programma che attende il presidente del Consiglio incaricato, Paolo Gentiloni. Terminate le consultazioni, e ricevuto il via libera da Sergio Mattarella, l’ex ministro degli Esteri dovrebbe poter giurare da premier con la sua squadra davanti al Capo dello Stato nella mattina di martedì 13 dicembre, giorno di Santa Lucia. Impazza, naturalmente, il totoministri, dopo il governo dei mille giorni di Matteo Renzi. E mentre l’ex premier fa bella mostra di sé, delle sue angosce e delle sue speranze con un post su Facebook dalla villetta familiare di Pontassieve, sopra Firenze, a Roma i suoi fedelissimi stanno per riconquistare molte delle poltrone che già avevano. Il Governo Gentiloni sarà infatti in continuità con la maggioranza e con i nomi del precedente.
Ma vediamo il totoministri. Per gli Esteri, casella lasciata libera proprio da Gentiloni, si fa strada il nome dell’ambasciatrice Elisabetta Belloni, segretario generale del ministero. Ma ci potrebbe essere un “trasloco” dal Viminale di Angelino Alfano. In questo caso al ministero degli Interni andrebbe l’attuale sottosegretario Marco Minniti, lasciando le deleghe di cui si è occupato finora, ai servizi segreti, al renzianissimo Luca Lotti.
Con Luca Lotti, anche l’altra stella del “Giglio Magico” di Matteo Renzi, Maria Elena Boschi, resterà nei pressi di Palazzo Chigi. Forse solo ai Rapporti col Parlamento, però, o in un ruolo tutto nuovo, magari di sottosegretario. In alternativa, potrebbe uscire dal governo per assumere il ruolo di capogruppo Pd alla Camera. In tal caso ai Rapporti col Parlamento potrebbe andare la presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, Anna Finocchiaro (nella foto sopra).
Pr il resto, Pier Carlo Padoan resterà all’Economia, Roberta Pinotti alla Difesa, Andrea Orlando alla Giustizia, Dario Franceschini alla Cultura, Graziano Delrio alle Infrastrutture. Possibile ma non sicura la riconferma di Beatrice Lorenzin alla Salute. Tramontata l’ipotesi di Ermete Realacci, ex presidente di Legambiente e antico amico di Gentiloni, all’Ambiente al posto di Gian Luca Galletti. Maurizio Martina resterà all’Agricoltura se non dovesse andare in porto l’operazione per diventare vicesegretario unico del Pd. Via la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini: al suo posto, Gentiloni avrebbe voluto mettere Gianni Cuperlo, che però ha declinato l’offerta. Potrebbe entrare nell’Esecutivo anche qualche ministro di Ala, ossia i verdiniani: Marcello Pera o Giuliano Urbani. Dovrebbe lasciare anche il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: in pole position per sostituirlo, l’attuale viceministra allo Sviluppo Teresa Bellanova. In bilico Marianna Madia: possibile arrivi alla Pubblica amministrazione l’ex sindaco di Torino Piero Fassino.
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