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Guerra in Siria, Assad prende Aleppo. Terrore per migliaia di uomini, donne e bambini

Pubblicato da
Domenico Coviello

L’esercito del dittatore ha conquistato Aleppo Est. I ribelli sono stretti nella morsa delle bombe. Decisivo Trump che ora, di fatto, sostiene Assad.

Il cerchio delle forze militari lealiste del dittatore Bashar Al Assad si sta stringendo su Aleppo, la città martire della Siria, dove una guerra spaventosa – che a noi appare spesso lontanissima ma è solo a poche centinaia di chilometri in linea d’aria dall’Italia – sta devastando da 5 anni l’intera area del Medio Oriente. Si calcolano 300 mila morti, centinaia di migliaia di feriti, milioni di profughi. Sono quelli che arrivano, in parte, anche sulle nostre coste.

Adesso il conflitto appare a una svolta decisiva. Con l’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, la superpotenza americana non sostiene più i ribelli antigovernativi che difendono i popolosi quartieri di Aleppo Est. In queste ore, a cominciare da ieri 7 dicembre, la quasi totalità di Aleppo Est sta cadendo nelle mani dell’esercito di Assad, dopo che un mese fa circa era stata la parte ovest della città ribelle a capitolare. Truppe siriane appoggiate da miliziani di Hezbollah, pashdaran iraniani e aviazione russa controllano gran parte dell’antica cittadella di Aleppo. I ribelli jihadisti, con alla testa i miliziani di Al Nusra (la costola siriana di Al Qaida ribattezzata recentemente Jabhat Fateh al-Sham) invocano un cessate il fuoco e sembrano pronte a negoziare la resa.

Reiterate ma spesso inutili le richieste di Stati Uniti, Gran Bretagna, Italia, Germania, Francia e Canada di un immediato cessate il fuoco. Con relative accuse alla Russia di ostacolare gli sforzi per fermare il bagno di sangue nella città siriana. In un comunicato congiunto, i leader delle sei potenze occidentali “condannano le azioni del regime siriano e dei suoi alleati stranieri, soprattutto la Russia, che ostacolano gli aiuti umanitari” e aggiungono che l’Onu dovrebbe indagare sulle segnalazioni di crimini di guerra. Nel comunicato si aggiunge anche che ospedali e scuole sembra che siano stati scelti come obiettivi “nel tentativo di logorare la popolazione”.

Intanto circa 3.000 miliziani hanno deposto le armi a Khan al-Sheikh, vicino Damasco, ed è stato loro consentito di lasciare la città con le famiglie per dirigersi nella provincia di Idlib a bordo di 52 autobus: lo scrive l’agenzia di stampa ufficiale russa Tass. “Dopo lunghi e difficili negoziati – ha spiegato il colonnello russo Alexiei Leshchenko -, è stato raggiunto un accordo di cessate il fuoco con i miliziani”. I miliziani avrebbero lasciato sul posto 500 armi da fuoco, fucili da cecchino, e decine di mortai. Un colonnello delle forze armate russe, Ruslan Galitskiy, è morto per le ferite riportate “in un attacco di artiglieria dei miliziani della cosiddetta opposizione contro uno dei quartieri di Aleppo ovest”. E nulla più si sa di Bana Alabed, la bambina di Aleppo Est divenuta famosa in tutto il mondo per i tweet che fa con la sua mamma: sul suo account Twitter, seguito ormai da 230 mila persone, l’ultimo messaggio è di ieri: “Our house and area fall to the army. We are trapped under bombs that didn’t stop since last night“.

Photo credits: Twitter, account Angelo Mangiante

Domenico Coviello

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Domenico Coviello

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