Giornata campale per il premier e per Maria Elena Boschi. Si attende la fiducia alla legge di Bilancio e il confronto-scontro alla direzione del Partito democratico.
La questione di fiducia alla manovra di Bilancio del Governo Renzi è stata posta al Senato nella mattina di oggi 7 dicembre dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi (LEGGI ANCHE: IL GRANDE FLOP DI MARIA ELENA BOSCHI, DIMENTICATA ANCHE DA RENZI). “A nome del governo, – ha detto – e autorizzata dal consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull’approvazione senza emendamenti articolo 1” del ddl sulla legge di bilancio “nel testo identico a quello approvato dalla Camera”. In sottofondo mormorii dall’Assemblea. Il ministro ha lasciato subito dopo l’Aula. È inconcepibile indire elezioni prima che le leggi elettorali di Camera e Senato vengano rese tra loro omogenee. Questa è la posizione del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, secondo l’Huffington Post. “Il risultato del referendum ha confermato un Parlamento con due Camere, regolate da due leggi elettorali profondamente differenti, l’una del tutto proporzionale, l’altra fortemente maggioritaria con forti rischi di effetti incompatibili rispetto all’esigenza di governabilità”, scrive l’Huffington Post.
Per il Colle quindi una nuova legge elettorale e dunque un governo che assicuri una transizione ordinata, nel rispetto della sovranità del Parlamento, sarebbe innanzitutto “una soluzione obbligata prima che buon senso”. Inoltre, determinante diventa anche la sentenza della Consulta, prevista per il 24 gennaio 2017: “Ovvie ragioni di correttezza istituzionale richiedono prima di andare a nuove elezioni di attendere le conclusioni di quel giudizio il cui esito non è ovviamente prevedibile”. Quale governo assicuri questo percorso è, innanzitutto, nelle mani di Renzi. E affidato alla volontà del Parlamento, perché sin dall’inizio di questa crisi il capo dello Stato si è posto come arbitro e garante, osserva il quotidiano online.
Matteo Renzi nella direzione del Pd di oggi, a quanto si apprende da fonti di maggioranza, indicherà un bivio: o un governo di responsabilità nazionale con la più ampia partecipazione delle forze politiche per affrontare le scadenze del paese o le elezioni. Il Pd, spiegano le stesse fonti, non è intenzionato a reggere un governo da solo facendosi “rosolare” dalle opposizioni che chiedono le urne anticipate e accusano i dem di volere restare al governo. Le consultazioni per la formazione del nuovo Governo inizieranno giovedì 8 dicembre, al massimo venerdì. Questo è l’orientamento del Quirinale alla vigilia del voto di fiducia sulla manovra e della direzione del Pd. Fermo restando uno scenario in veloce evoluzione.
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